Paolo Giordana: la centralinista di Chiara Appendino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-12

Lui si definisce così. Anche se c’è chi lo paragona a Marra per la Raggi

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È stato dipinto come il Rasputin ma lui si sente più una centralinista. Paolo Giordana lo dice nell’intervista rilasciata a Diego Longhin e pubblicata oggi su Repubblica nella quale la prima cosa di cui si parla sono le sue responsabilità per piazza San Carlo. Ovviamente, secondo lui, non ne ha:

Giordana, si sente responsabile di quello che è successo in piazza San Carlo?
«Sono stato molto colpito dai fatti. Per un puro caso fortuito non ero lì. Sono passato dal luogo dove tutto ha avuto origine quindici minuti prima. Posso solo immaginare la paura delle persone. Sulla responsabilità, però, non vedo alcun elemento da dovermi sobbarcare».
Con la sindaca a Cardiff, la piazza era incustodita. Non era lei il più alto funzionario in carica?
«Ho un incarico di capo di gabinetto, ma nella gestione della piazza il più alto in grado credo che fosse il dirigente di turno della polizia municipale che ha le competenze giuste».
Però mancavano il vicesindaco, gli assessori, la parte politica insomma. Perché?
«Sinceramente non lo so… Non ho un ruolo politico, ho un ruolo di raccordo tra il sindaco e gli uffici».

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Stefano Lo Russo, capogruppo PD in comune, ha un altro termine di paragone: «Il loro, mi ricorda il rapporto tra la sua collega romana Virginia Raggi e il suo ex braccio destro Raffaele Marra prima che lo arrestassero». E mentre si attende di conoscere il suo ruolo nel caso Westinghouse, lui si schermisce:

Cosa ha sbagliato in questi dodici mesi?
«A non tenere a bada il mio carattere».
Pensa ad un passaggio di testimone con Appendino in futuro?
«No. Non esistono uomini per tutte le stagioni. Io servo come funzionario Torino, oggi come capo di Gabinetto che per me è un servizio civile. L’interesse per la città viene prima
di tutto, prima della mia vita»
Il Corriere dice che lei sarà la corda a cui si impiccherà Appendino?
«Non corrisponde alla realtà. Basterebbe stare con lei un giorno per capire che non è così. Utilizzando una metafora io sono una centralinista. Sono uno strumento».

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