Stadio della Roma, l'assessore Berdini è il Marchese del Grillo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-17

Dopo anni di lavori sul progetto dello stadio l’assessore all’urbanistica del Comune di Roma si presenta in conferenza dei servizi chiedendo di cambiare zona per l’edificazione dell’opera. Oppure torna a volere meno opere pubbliche in cambio di meno cubature. Ma in realtà la legge dice che…

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Roma è così: puoi trovare in osteria una che ti scambia per suo marito e ti riempie di botte, come accade al Marchese del Grillo. Oppure puoi lavorare a due anni sul progetto di uno stadio, ottenere l’ok del consiglio comunale e della Regione e poi un giorno arriva l’assessore all’urbanistica e ti dice che no, quella zona dove hai già progettato tutto non va bene, meglio sceglierne un’altra. Questa è Roma, bellezza, e tu non puoi farci niente.

L’assessore Berdini è il Marchese del Grillo

«O la Roma rinuncia a 220 milioni di progetto che non ci servono oppure pensi a una area diversa da Tor di Valle», ha infatti detto oggi l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini in audizione in commissione regionale. Per Berdini si può “tornare in conformità del piano, che prevede 63 mila metri quadri. Dunque la Roma fa lo stadio con la zona commerciale a corredo: se il progetto è questo io posso firmare una cambiale adesso”. Oppure ‎”la Roma potrebbe avere una illuminazione e pensare che ci sono infinite altre zone di Roma che dallo stadio possono avere un ritorno di immagine, Tor di Valle è una zona deserta. Avere uno stadio a costo zero è una cosa, ma qui ci sono 200 milioni di soldi pubblici”. “Il vizio di pagare il debito pubblico con volumetrie potete stare certi che con questa amministrazione finirà per sempre”, ha aggiunto. Berdini ha spiegato ai consiglieri il dettaglio delle opere in discussione nel progetto. Per quanto riguarda il sistema di smaltimento delle acque piovane, costo 9,6 milioni, “andrà in carico all’amministrazione comunale a causa della nuova idrovora che Roma dovrà gestire dal 2020 fino all’eternità. Non sappiamo nemmeno gli oneri di gestione di questa idrovora. Noi non la vogliamo prendere in carico e questo già toglie qualche piano alle torri”, ha spiegato.

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L’articolo sullo stadio della Roma sul Tempo di mercoledì 5 ottobre 2016

C’è poi il Ponte dei Congressi che funzionerà dal 2020, secondo Berdini: “Ma a circa 800 metri il progetto prevede un altro ponte che è totalmente duplicato. Noi diciamo che se la Roma vuole lo stadio può usare il ponte dei Congressi. Quindi possiamo togliere altri 42 milioni per il ponte e 48 per lo svincolo verso Fiumicino. Ed ancora: in tempi non sospetti gli uffici hanno messo nero su bianco che il prolungamento della metro B e’ deleterio. Qua ci sono altri 54 milioni di finanziamento in meno e cade anche un pilastro fondamentale. Sarei felice di ristrutturare la Roma-Lido ma questo costa più di 400 milioni”. L’assessore capitolino ha fatto riferimento anche alla nuova stazione di Tor di Valle, costo 13 milioni: “Stiamo già ristrutturando l’attuale stazione. Anche questo non è nell’interesse pubblico così come i quattro parcheggi pubblici da 74, 26 e 29 milioni, circa 100 milioni in totale, che sono a carico nostro ma che fanno comodo solo alla Roma. Togliendo tutte queste risorse abbiamo tolto un bel pacchetto di soldi che fa crescere le volumetrie”, ha concluso.

Ma in realtà quanto conta l’opinione di Berdini?

In pratica quindi Berdini sta sostanziando quello di cui avevamo già parlato nei giorni scorsi: meno opere pubbliche in cambio di meno cubature dello stadio. Ovvero verranno costruite meno infrastrutture di quelle che i romani avrebbero poi usato tutti i giorni e non solo ogni due domeniche per andare allo stadio e in cambio chiede uno “sconto” sulle opere di cui il progetto prevede la costruzione. Al privato questo progetto in teoria potrebbe anche andare bene: si tratterebbe di sborsare meno soldi. A chi deve realizzare l’opera, meno: ma questi sono dettagli. L’originalità è vedere un assessore all’urbanistica che chiede esplicitamente meno opere pubbliche che sarebbero utilizzate dai cittadini. In pratica Berdini ha detto che il Comune è disposto a rinunciare alla corresponsione degli oneri urbanistici, ovvero a non avere quasi nulla in cambio della concessione a costruire. Tuttavia è più interessante valutare quanto conti l’opinione di Berdini con l’iter del progetto arrivato fino a questo punto? In realtà non molto. Come spiegato da StadiodellaromaFAQ, il Comune di Roma ha fornito in data 30 agosto la copia del progetto definitivo alla Regione; la Conferenza dei Servizi è stata convocata in data 12 settembre 2016. I lavori dovranno concludersi entro il 6 marzo 2017.

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L’iter dello stadio della Roma secondo la legge (da StadiodellaromaFAQ)

Ora, quindi, a prescindere dai desiderata di Berdini, possono accadere solo due cose. O il comune di Roma vota una risoluzione in cui cancella il pubblico interesse nei confronti dello stadio della Roma, assumendosi così l’onere di bocciare il progetto di fronte alla città, dopo il precedente delle Olimpiadi e gustandosi anche tutte le ripercussioni politiche e mediatiche della vicenda. Oppure vengono superati i tempi della discussione in Conferenza dei servizi perché si cincischia alla Pisana: a quel punto interviene il governo con i suoi poteri sostitutivi e i due governi vengono spogliati dall’onere di prendere una decisione impopolare e che potrebbe scontentare molti. E comunque sappiate che a me quel Colosseo piazzato lì non piace. Non lo potremmo spostare a Piazza Venezia? Perché? Ma come perché! Perché io so’ io, e voi nun sete un cazzo.

Leggi sull’argomento: La sorpresona di Berdini sullo stadio della Roma

 

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