Chi paga le lettere di Renzi agli italiani?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-20

Ieri il premier ha annunciato querele per chi parla di soldi pubblici. Quelle all’estero spedite con il contributo di Davide Serra

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Ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto sapere che ha intenzione di querelare chi dice che le lettere che il Partito Democratico invierà agli italiani per il sì al referendum costituzionale del 4 dicembre sono mandate usando i soldi pubblici. Oggi Il Fatto spiega che l’iniziativa per gli italiani all’estero è stata finanziata in effetti con donazioni fatte da privati, tra cui Davide Serra di Algebris, da sempre vicinissimo al premier.

Il Fatto ha scoperto che il Nazareno ha ricevuto un contributo economico dal simbolo del renzismo finanziario, Davide Serra, per inviare 2,5 milioni di lettere agli italiani al l’estero con le fotografie e l’autografo di Renzi. Il capo del fondo d’investimento Algebris, assieme a numerosi e finora ignoti uomini d’affari, ha risposto a un appello del partito di governo: “Diverse persone stanno finanziando le lettere agli italiani all’estero, non solo Serra, e il denaro va al comitato ‘Basta un Sì’ inglese e italiano”, spiega un portavoce di Serra. Il finanziamento è personale, non tramite Algebris. Ogni comitato europeo ha partecipato: a Bruxelles i membri si sono autotassati per gli aperitivi elettorali, a Londra sono in allerta i tanti italiani attivi nella finanza, che hanno disponibilità economiche più consistenti.

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Poi ci sono le Poste, che hanno praticato uno sconto per il recapito all’estero:

L’azienda controllata dal Tesoro e quotata in Borsa, i cui vertici sono stati nominati dal governo in carica e sono in scadenza, ha praticato ai dem una tariffa di spedizione per 0,52 centesimi a busta – cifra comunicata al Fa t t o in maniera ufficiale da Poste Italiane –contro gli 0,55 (Europa) e 0,65 (Africa, Americhe, Oceania) previsti dalle tariffe di mercato per il servizio Postatarget International Plus. Il conto è agevole: 1,3 milioni di euro per 2,5 milioni di lettere, più la spesa per la tipografia che spinge il totale verso il milione e mezzo. Come si può evincere dagli ultimi numeri che indicano l’anno, il codice stampato sui volantini di Renzi – G i p a / C n /E r / 0 0 0 2 / 2 01 3 – è lo stesso delle lettere che l’allora segretario Pd Pier Luigi Bersani recapitò agli italiani all’estero per lepolitiche del febbraio 2013.

Leggi sull’argomento: Renzi querela chi dice che il PD spende soldi pubblici per il sì

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