Fatti
I deliri del padre di Djokovic: “Mio figlio è come Spartaco, leader del mondo libero”
neXtQuotidiano 06/01/2022
Parla di oligarchia e di un mondo che vuole a tutti i costi bloccare il figlio. Prima l’annuncio di una manifestazione di massa in Serbia, poi altre parole che segnano una sorta di delirio di onnipotenza
Facciamo una piccola premessa: essere preoccupati per una situazione che vede coinvolto un figlio, anche se ha la veneranda età di 34 anni, è legittimo. Spesso e volentieri si finisce, nelle dichiarazioni, a esasperare qualsiasi tipo di concetto. Questo fa parte di uno stato d’animo “vittima” di una situazione nuova e strana. Detto ciò, le parole del padre di Novak Djokovic – pronunciate mentre l’Australia aveva appena deciso di annullare il visto d’ingresso per il numero uno al mondo del ranking ATP – sfiorano il ridicolo.
Padre Djokovic e i deliri di onnipotenza parlando del figlio
Intervistato dall’agenzia russa Sputnik, Srdjan Djokovic non ha utilizzato mezzi termini riuscendo a paragonare il figlio a figure mitologiche che hanno fatto la storia delle narrazioni ospitate sui libri di storia:
“Da oggi Novak diventerà un simbolo e un leader del mondo libero. Ha dimostrato che anche un piccolo Paese eroico come la Serbia può avere il più grande atleta di tutti i tempi. Questo non può essere nascosto. Puoi essere messo in prigione oggi o domani, ma la verità trova sempre la sua strada. Nole combatte per l’uguaglianza di tutte le persone del pianeta, non importa quale Dio preghino o quanti soldi abbiano”.
E non finisce qui. Perché il piccolo grande eroe del mondo moderno – secondo il padre Djokovic – gli ha ricordato la figura di Spartaco. Ma il delirio non finisce. Anzi, con il passare delle frasi assume contorni quasi tragicomici con accuse che mirano al complottismo e al cospirazionismo:
“Il mondo ricco potrebbe non permettere a Nole di continuare a giocare a tennis, ma rivelerà il suo vero volto e inizierà una partita molto più seria. Da una parte ci saranno membri avidi e arroganti dell’oligarchia mondiale, e dall’altra, un mondo libero e orgoglioso che crede ancora nella giustizia e nella verità. Cosa possiamo fare se non lo lasciano giocare? Aspetteremo il Roland Garros e il 21° Grande Slam”.