Bye bye Nole: il visto cancellato di Djokovic fa litigare Australia e Serbia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-06

Nella notte italiana è arrivata la decisione e il tennista è stato invitato ad abbandonare il Paese (e non potrà giocare gli Australian Open)

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Adesso è ufficiale: l’Australia ha respinto il visto presentato da Novak Djokovic (attraverso il suo staff) e non permetterà al tennista serbo di entrare nel Paese e disputare gli Australian Open. La decisione finale è arrivata nella notte italiana e ha confermato la linea dura del governo che, come confermato dal premier Scott Morrison, continua a mantenere alta l’attenzione sulla pandemia e non permette l’ingresso a persone non vaccinate che non hanno presentato una documentazione chiara e verificata a corredo dell’esenzione vaccinale. Una decisione che ha fatto travalicare la polemica in politica, con la Serbia che si è schierata al fianco del numero uno del ranking Atp.

Djokovic, il visto cancellato crea una crisi diplomatica tra Australia e Serbia

Un vero e proprio caso diplomatico, partito dallo sport e finito in una discussione tra i due Paesi. Nella giornata di ieri, dopo esser stato bloccato sull’aereo appena atterrato a Melbourne, Novak Djokovic è stato interrogato in aeroporto e trattenuto in isolamento in attesa di una decisione finale sul suo visto. I funzionari, infatti, hanno contestato la documentazione di esenzione vaccinale presentata a corredo della sua richiesta di visto per entrare in Australia. E le regole imposte dal governo, in questo senso, sono molto stringenti. E, alla fine, si è arrivati alla decisione di annullare la sua richiesta.

“Il visto del signor Djokovic è stato cancellato – ha scritto il premier australiano Scott Morrison su Twitter -. Le regole sono regole, soprattutto quando si tratta dei nostri confini. Nessuno è al di sopra di queste regole. Le nostre forti politiche di confine sono state fondamentali per l’Australia che ha uno dei tassi di mortalità più bassi al mondo per COVID, continuiamo a essere vigili”. E, pochi istanti prima, la decisione di respingere il visto presentato dal tennista era stata annunciata dall’Australian Border Force in un comunicato:

“L’Australian Border Force continuerà a garantire che coloro che arrivano al nostro confine rispettino le nostre leggi e i requisiti di ingresso. L’ABF può confermare che il signor Djokovic non ha fornito prove adeguate per soddisfare i requisiti di ingresso in Australia e il suo visto è stato successivamente annullato. I non cittadini che non sono in possesso di un visto valido all’ingresso o il cui visto è stato annullato saranno trattenuti e allontanati dall’Australia”.

Finisce qui? Anche se il destino sembra essere segnato, lo staff del numero uno al mondo del ranking Atp ha presentato un ricorso. Tra qualche ora, probabilmente, si saprà se la decisione dell’Australia sarà confermata oppure se Djokovic potrà, ma le sue speranze sono al lumicino, entrare nel Paese per disputare il primo Open del 2022.

Nel frattempo è scoppiata una crisi diplomatica tra i due Paesi. Il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha fatto sapere di aver telefonato a Novak Djokovic per esprimergli al sua solidarietà.

 

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“Ho appena parlato al telefono con Novak, gli ho detto che tutta la Serbia è con lui e che le nostre autorità stanno adottando tutte le misure per bloccare al più presto il cattivo trattamento riservato al miglior tennista del mondo”. Contestualmente a quella telefonata, il governo serbo ha convocato l’ambasciatore australiano a Belgrado per “comunicazioni urgenti”.

(foto IPP/imagosport)

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