Ci sarà un condono delle cartelle esattoriali fino a mille euro: la mossa di Meloni (e le tensioni con Salvini)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-11

L’unità d’intenti sulla pace fiscale (o, per dirla meglio, il condono) è solamente parziale all’interno del governo

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Stanno provando a non utilizzare una definizione, che però, sembra essere molto più coerente di quel concetto vuoto denominato “pace fiscale”. Perché il governo Meloni, come promesso in campagna elettorale, sta virando verso la scelta di permettere agli italiani di stralciare tutte le cartelle esattoriali singolarmente inferiori ai mille euro (emesse prima del 2016). Ma questa mossa, che sembra trovare l’appoggio di tutti i partiti che sostengono l’esecutivo, è solo parzialmente sostenuta da tutti. Perché oltre alla cancellazione di questi importi da versare nelle casse dello Stato, la partita è ancora tesa sugli importi più elevati.

Pace fiscale, le decisioni del governo sulle cartelle esattoriali

Non condono, ma pace fiscale. Anche se a tutti gli effetti questa mossa sembra ricalcare in pieno le ataviche promesse elettorali di Berlusconi (ma anche di Salvini), la soglia dei mille euro di ogni singola cartella esattoriale dovrebbe portare allo stralcio automatico. Senza passare dalla richiesta del cittadino non in regola con il Fisco, ma con una gestione automatica della procedura da parte dell’Agenzia delle Entrate. Come riporta il quotidiano La Repubblica, fonti interne a Palazzo Chigi (sponda Fratelli d’Italia) hanno fatto sapere:

“Il governo vuole alleggerire milioni di italiani da cartelle che non sono enormi, ma che hanno un peso psicologico importante”.

Quindi: fino a 1.000 euro (per le cartelle emesse dal 2000 al 2016) saranno stralciate in automatico. E su questo, anche se con visioni lievemente differenti, tutti i partiti di maggioranza sembrano essere d’accordo. Le tensioni, invece, riguardano le cifre più alte. Perché Fratelli d’Italia – per le cartelle esattoriali comprese tra i 1.000 e i 3.ooo euro – vorrebbe optare per un 50 e 50: metà dell’importo dovuto (senza considerare le sanzioni e gli interessi aggiuntivi per i ritardi nei versamenti) dovrà essere versato dal cittadino non in regola con il Fisco nelle casse dell’Agenzia delle Entrate, mentre la restante metà sarà cancellata.

Ed è qui che si palesa la controversia interna con la Lega. Salvini, infatti, non ha mai nascosto la sua idea di saldo e stralcio per le cartelle tra i mille e i 3mila euro: 80% di stralcio e 20% (più sanzioni e interessi) da versare al Fisco per sanare la propria posizione debitoria nei confronti della Stato. E le tensioni proseguono anche per le cartelle superiori ai 3mila euro: il governo, infatti potrebbe optare per un nuovo principio di rateizzazione (e questo potrebbe valere anche per le cartelle emesse dopo il 2016) con interessi tra il 5 e il 10% (oltre alle sanzioni per i ritardi). Tutto ciò, dunque, apre le porte anche alla rottamazione delle cartelle in corso di pagamento, con la possibilità di riaprire un finanziamento anche a chi aveva già trovato accordi con l’Agenzia dell’Entrate per un saldo dilazionato ma non rispettato.

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