Politica

«L’ospedale alla Fiera di Milano è un bluff per quattro gatti»

neXtQuotidiano 14/04/2020

I posti finali saranno solo 157 e a oggi manca il personale per usarli. E forse non era nemmeno necessario

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Marco Palombi sul Fatto Quotidiano oggi torna sull’ospedale Fiera di Milano raccontando che sono 12 ad usarlo attualmente ma mancano medici e infermieri, tanto che c’è chi viene mandato a lavorare dal Policlinico di Milano:

Ad oggi, come detto, sono una dozzina i pazienti assistiti in Fiera da una cinquantina di persone che turnano su 24 ore: impossibile far crescere i ricoverati senza aumentare decisamente il personale, che però scarseggia in tutta Italia e in particolare al Nord. Le mille figure professionali necessarie (tra cui 200 medici e 500 infermieri) secondo la Regione sono ad oggi solo un desiderio: per coprire i turni, dicono fonti interne, ad oggi qualche infermiere viene addirittura spostato dal Policlinico in una sorta di gioco a somma zero. Se l’andazzo fosse questo, Fiera aggiungerebbe pochissimi letti alle terapie intensive lombarde e il resto sarebbe solo una partita di giro tra posti già esistenti.

I letti? Dovevano essere 600, ora l’obiettivo è 205, anche se ormai è chiaro a tutti – anche in Fiera – che a quella cifra non ci si arriverà: al momento sono stati completati 53 posti letto; un secondo lotto da 104 posti è in via di costruzione è sarà pronto se va bene tra una o due settimane; gli ultimi 48 posti letto nel Padiglione 2 – dicono fonti qualificate – semplicemente non verranno mai costruiti. Insomma, 157 posti a fine aprile perla maggior parte dei quali manca personale.

ospedale fiera di milano bluff

Ha scritto su Facebook il 6 aprile, giorno dell’inaugurazione, il cardiologo Giuseppe Bruschi, dirigente medico di I livello del Niguarda: “L’idea di realizzare una terapia intensiva in Fiera non sta né in cielo né in terra… Una terapia intensiva non può vivere separata da tutto il resto dell’ospedale. Una terapia intensiva funziona solo se integrata con tutte le altre Strutture Complesse che costituiscono la fitta ragnatela di un ospedale”. In sostanza, quel tipo di pazienti tendono ad avere anche altri problemi e c’è bisogno “non solo di infermieri e rianimatori, ma degli infettivologi, dei neurologici, dei cardiologi, dei nefrologi e perfino dei chirurghi….”: in ospedale ci sono, in Fiera no.

Ancora Bruschi: “Perché costruire un corpo a se stante, quando si sarebbe potuto potenziare l’esistente? Sarebbe stato più logico spendere le energie e le donazioni raccolte per ristrutturare o riportare in vita alcuni dei tanti padiglioni `abbandonati’ degli ospedali lombardi (Niguarda, Sacco, Varese…). Si sarebbe investito nel sistema in essere e quanto creato sarebbe rimasto in dotazione alla Sanità Lombarda”. Un sindacalista dei Cobas a metà marzo aveva sostenuto che l’ex Ospedale Civile di Legnano “ha tutte le potenzialità per accogliere velocemente nuovi pazienti”. L’assessore al Welfare, Giulio Gallera, rispose il 18 marzo con un parere chiesto agli uffici tecnici ilgiorno prima: “Ci vorrebbero sei mesi”. In realtà il parere si riferisce al rifacimento dell’intero monoblocco, cosa ovviamente non necessaria.

Leggi anche: Il miracolo dell’Ospedale Fiera Milano: solo tre pazienti ma anche un profilo Twitter

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