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Oscar Giannino spiega il suo pignoramento

neXtQuotidiano 10/04/2019

Oscar Giannino aveva raccontato a Radio24 di trovarsi in gravi difficoltà economiche a causa di un non meglio precisato pignoramento. Oggi sulla sua pagina Facebook Giannino ha raccontato l’intera sua versione della storia

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Alla fine di marzo Oscar Giannino aveva raccontato a Radio24 di trovarsi in gravi difficoltà economiche a causa di un non meglio precisato pignoramento. Oggi sulla sua pagina Facebook Giannino ha raccontato l’intera sua versione della storia.

Oscar Giannino spiega il suo pignoramento

Giannino spiega che all’epoca era direttore di Libero Mercato e parlò in un articolo di un organigramma RAI di 900 nomi di dirigenti tra la società e le sue controllate. Si trattava di un documento di provenienza interna che secondo Oscar “era una delle tante prove di come dall’interno della RAI ci si disputi il campo guardando ai partiti e alla politica. Solo che quella volta il documento c’era, e i nomi c’erano. Nessuno era mai riuscito ad averne uno tanto dettagliato, feci le telefonate del caso per accertarne fondatezza e lo pubblicammo su Libero integralmente. Io scrissi l’allegato e qui riprodotto editoriale”. Giannino racconta anche che successivamente venne licenziato dall’azienda e ottenne il ristoro.

Poi il 4 marzo 2019 Giannino ha saputo della sentenza di un giudice civile sulla richiesta di ristoro avanzata da numerosi dirigenti RAI citati, e di aver subito un pignoramento per la cifra di 144342 euro al Sole 24 Ore perché non essendo dipendente ma collaboratore a contratto non ha la tutela del quinto dei compensi come massimo pignorabile. Giannino dice che la banca gli ha congelato conto e ogni carta di credito e bancomat. Poi conclude:

Come cittadino, devo ottemperare alle sentenze. Ergo, a conti e retribuzione bloccata, e non potendo vivere in tali condizioni né pagare affitto né pensare ai miei figli né potendo vendere proprietà che non ho, l’unica è indebitarsi e passare ora un certo periodo della vita a ripagare il prestito.

E tutto questo per aver scritto che la RAI è lottizzata? Rispetto le sentenze, non polemizzo col giudice né con i dirigenti RAI che incassano perché il giudice ha dato loro ragione. Ma come giornalista, m’interrogo ogni giorno da allora su che cosa ho sbagliato.

Io ho commesso errori gravi nella mia vita, il più grave quello del 2013 alle elezioni con Fare sul titolo di studio. Ma quando li ho commessi li ho ammessi ed è sacrosanto pagare, mettendo in conto che fino all’ultimo giorno della tua vita chiunque te li potrà giustamente rimproverare, e sbeffeggiare la tua presunta accuratezza, che dovrà essere per questo maggiore ma senza alcuna possibilità di dire “”non avete diritto di sbeffeggiarmi”.

Ma ora, su questa sberla economica incredibile comminatami per aver scritto di fronte a un documento con 900 nomi che la RAI è lottizzata e che per questo va privatizzata, sia nella sua componente commerciale che in quella di servizio pubblico, che può essere benissimo messo a gara anch’esso con standard fortemente vigilati da una preposta autorità, io non solo l’errore proprio non lo vedo, ma lo rifarei con assoluta certezza cento e mille volte: perché ne sono convinto da una vita, e sfido chiunque a provarmi fattualmente che la RAI non è lottizzata e in mano ai partiti.

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