Il piccolo Matias vittima di una violenza trasversale: sgozzato a 10 anni dal padre per punire la ex

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-17

La ricostruzione di quanto accaduto ieri a Vetralla, prima e dopo l’omicidio del piccolo Matias di 10 anni, accoltellato alla gola dal padre Mirko Tomkow che ha poi cercato di togliersi la vita col gas

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Tutto è cominciato con un forte odore di gas, e la porta di casa chiusa a chiave e impossibile da aprire. Mariola Rapaj è appena tornata nella sua abitazione a Cura di Vetralla, vicino Viterbo, dove vive insieme a suo figlio Matias di 10 anni, ma qualcosa non torna: chiama subito i carabinieri e i vigili del fuoco, ed è soltanto quando questi riescono a forzare l’ingresso che scopre quello che mai avrebbe voluto veder accadere. Matias giace a terra con una profonda ferita da coltello alla gola, sarebbe morto di lì a poco. In un’altra stanza, incosciente ma ancora vivo, c’è il suo ex compagno e padre del piccolo, Mirko Tomkow, polacco di 44 anni. In quella casa, l’uomo, non avrebbe potuto entrarci: per le violenze che aveva commesso su Mariola, aveva ricevuto un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da lei e dal loro figlioletto.

La chiamata alle forze dell’ordine è arrivata intorno alle 15.30 di ieri, e da allora è stato tutto un susseguirsi di drammatici eventi: il tentativo, disperato quanto vano, di soccorrere Matias, il salvataggio di Tomkow, che si era chiuso dentro e aveva aperto il gas nel tentativo di suicidarsi, il ricovero di Mariola, che si è sentita male alla vista del figlio morto ed è stata posta in osservazione sotto sedativi e con l’assistenza di un team di psicologi dell’Asl di Viterbo.

La ricostruzione dell’omicidio di Vetralla

Tonkow si trova ora piantonato in ospedale, sottoposto a fermo per omicidio disposto dal procuratore Paolo Auriemma. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire quanto accaduto nelle ultime ore di vita del piccolo: sarebbe tornato a casa da scuola insieme a un parente, forse il marito della sorella di Mariola, ma alcuni testimoni hanno raccontato che ad aspettarlo all’uscita c’era anche suo padre, che “camminava nervosamente avanti e indietro” e sembrava alterato. Non trovandolo, probabilmente perché già prelevato dal cognato, si è diretto nell’abitazione dove un tempo abitava. Era arrivato da Roma ieri mattina, dove si trovava ricoverato in un Covid hotel dopo la positività a un tampone a metà ottobre. La notizia secondo cui si sarebbe allontanato volontariamente dalla struttura capitolina ieri mattina non è stata confermata dagli, che ritengono sia stato dimesso dopo tre settimane perché negativo.

Taciturno e poco propenso alla socializzazione, aveva lavorato a lungo come gommista, ma l’azienda aveva chiuso ed era disoccupato da tempo. Non aveva mai accettato le restrizioni del tribunale, per le quali incolpava la ex, che spesso malmenava tornando a casa ubriaco.

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