Olena Zelenska, rimasta in Ucraina per gestire la questione umanitaria: “Così vinceremo la guerra”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-02

In un’intervista a Repubblica, Olena Zelenska – moglie di Volodymyr Zelensky – spiega il suo ruolo in Ucraina, dove ha deciso di rimanere insieme ai suoi figli

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Olena Zelenska è rimasta in Ucraina per concentrarsi sulla questione umanitaria: l’evacuazione dei bambini con disabilità, gli orfani, i malati di cancro che hanno bisogno di continuare le cure. “È un lavoro che sto portando avanti con le first ladies di tutto il mondo”, dice in un’intervista rilasciata a Repubblica tra un impegno e l’altro per continuare a far funzionare strutture e infrastrutture di un Paese sotto le bombe. Secondo diversi rapporti di intelligence, insieme a suo marito – Volodymyr Zelensky – è tra gli obiettivi militari di Vladimir Putin, che più volte nelle prime fasi della guerra ha provato ad assassinare il presidente ucraino e la sua famiglia. Zelenska vive con i due figli in una località segreta, dove lavora all’organizzazione dei “convoy for life”. “lo facciamo perché così possiamo avvicinare l’Ucraina alla vittoria – spiega – salvando i nostri figli”.

Olena Zelenska, rimasta in Ucraina per gestire la questione umanitaria: “Così vinceremo la guerra”

È rimasta in Ucraina “per vocazione”, ma non biasima chi ha scelto di partire: “Tutti hanno il diritto di andarsene. Se non puoi aiutare nella resistenza, allora è meglio se te ne vai. I civili non devono diventare scudi umani, o vittime. E poi, se qui restano molti civili, risulta difficile per i militari proteggere le città. Quindi è necessario che le famiglie, in particolare i bambini e gli anziani, lascino la zona di guerra. Meglio essere un rifugiato che morire”.

Coordinare sfollamenti, missioni umanitarie e di supporto è diventata la sua nuova normalità: “Avevamo una vita pacifica, con sogni e progetti di pace. Di colpo è apparso il concetto di ‘allarme aereo’, che avevamo visto solo nei film di guerra e forse nei corsi di protezione civile a scuola. E magari allora abbiamo seguito malvolentieri quelle lezioni. Mi manca la semplice possibilità di poter programmare il domani. E mi manca una giornata normale, che ti alzi la mattina e vai al lavoro, stai nel traffico del centro città e discuti con i bambini su come organizzare la serata. E anche rimproverare il marito che torna tardi dal lavoro, e così nel frattempo tutto si è raffreddato”.

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