Politica
E oggi Giarrusso chiede l'immunità dopo la querela del PD
neXtQuotidiano 06/07/2016
I 5 Stelle riscoprono l’assurdo privilegio dei parlamentari. Che in certi casi non è mica tanto male
I Cinquestelle riscoprono il valore dell’articolo 68 della Costituzione (immunità e insindacabilità per le opinioni espresse da deputati e senatori). Racconta il Corriere della Sera che il cambio di rotta si concretizzerà stasera nella giunta per le Autorizzazioni del Senato chiamata ad esaminare il caso del senatore grillino Mario Michele Giarrusso che chiederà lo «scudo» dell’articolo 68 per non finire sotto processo a Enna dove è stato denunciato per diffamazione dalla deputata dem Maria Gaetana Greco, che proprio il senatore aveva accusato di «contiguità con ambienti mafiosi». La storia è questa: in un post sul blog di Beppe Grillo il 23 maggio 2015 intitolato “La mafia al tempo del PD” scrisse, tra le altre cose, questo:
E’ inammissibile e intollerabile che nel 2015 sia ancora possibile esibire in maniera così plateale comportamenti e soggetti denotanti contiguità con gli ambienti mafiosi, per di più in una campagna elettorale.
Ps: il colmo del paradosso Piddino è che la giornalista che ha firmato il pezzo di Repubblica sull’arresto del boss Di Fazio e del Giannetto è la stessa Michela Giuffrida eurodeputato del PD presente, oltre che in piazza, sullo stesso balcone insieme a Crisafulli e Giannetto.”
Oggi, scrive l’Espresso, per quelle parole Mario Michele Giarrusso deve affrontare una querela per diffamazione aggravata. A denunciare Giarrusso è stata Maria Gaetana Greco, deputata Pd e sindaco di Agira. E Giarrusso ha chiesto l’insindacabilità in quanto parlamentare:
Solo che Crisafulli ha poi smentito di essere stato su quel balcone, mentre a carico del dipendente comunale – malgrado una condanna per porto illegale di armi, quella per favoreggiamento (2 anni, condonati) e una denuncia per traffico di stupefacenti – non risultano condanne per reati di mafia. Nella sua memoria difensiva Giarrusso ha chiesto l’archiviazione oppure che le sue parole siano ritenute insindacabili, in quanto espresse nell’esercizio delle funzioni parlamentari.