Coronavirus Lombardia oggi: i dati del bollettino del 25 luglio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-25

I dati sul coronavirus in Lombardia oggi nel bollettino del 25 luglio della Regione: nelle ultime 24 ore si registrano 79 nuovi casi, un dato in rialzo rispetto a ieri

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I dati sul coronavirus in Lombardia oggi nel bollettino della Regione: nelle ultime 24 ore si registrano 79 nuovi casi, un dato in rialzo rispetto a ieri: tra i positivi 18  sono‘debolmente positivi’ e 30 a seguito di test sierologici. Sono stati effettuati 10725 tamponi e non ci sono decessi.

Coronavirus Lombardia oggi: i dati del bollettino del 25 luglio

I guariti o dimessi sono 63 mentre scendono a 13 i ricoverati in terapia intensiva (quattro in meno rispetto a ieri) e crescono di quattro unità i ricoverati non in terapia intensiva che arrivano a quota 148. Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, le province di Cremona, Pavia e Sondrio non fanno registrare alcun nuovo contagio. Nelle altre province si registrano 25 casi a Milano, di cui 12 a Milano città, 19 a Bergamo e 16 a Brescia. A Mantova 7 casi, mentre a Lodi, Como, Monza e Brianza 2. A Lecco e a Varese nelle ultime 24 ore ci sono stati 3 casi.

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Intanto Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, risulta indagato dalla procura di Milano nell’inchiesta sulla fornitura da mezzo milione di euro di camici e altri dispositivi di protezione da parte della società Dama gestita dal cognato Andrea Dini e di cui la moglie del governatore lombardo, Roberta Dini, detiene una quota del 10%. “Ho appreso con voi – scrive Fontana in un post su Facebook – di essere stato iscritto nel registro degli indagati. Duole conoscere questo evento, con le sue ripercussioni umane, da fonti di stampa. Sono certo dell’operato della Regione Lombardia che rappresento con responsabilità”. Secondo l’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli l’affidamento diretto senza gara della fornitura, che risale allo scorso 16 aprile, sarebbe avvenuto in conflitto di interessi e l’ordine sarebbe poi stato trasformato in donazione solo il 20 maggio, dopo che la trasmissione Report iniziò a interessarsi della vicenda. Dama, per la tesi accusatoria, avrebbe voluto guadagnare cercando di vendere 25mila camici (75mila i totali di cui 50mila donati) con un prezzo di 9 euro a camice invece di 6 euro come proposto ad Aria, la centrale acquisti regionale.

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