È già iniziata la campagna elettorale: la Lega non vota il decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-02

Giorgetti e Garavaglia hanno disertato il Cdm dopo la cabina di regia

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Adesso Mario Draghi sta iniziando a capire, sulla sua pelle, cosa vuol dire gestire un governo eterogeneo che tra un anno sarà spazzato via dalle elezioni politiche. Perché se la campagna elettorale tra i partiti – anche di maggioranza – è iniziata con l’elezione del Presidente della Repubblica, oggi è andato in scena un altro capitolo che ha il retrogusto della mera propaganda. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato il decreto legge sulle nuove regole per la Dad (didattica a distanza) e scuola e sulle nuove misure per quel che riguarda la popolazione vaccinata. Ma i rappresentanti della Lega hanno disertato il CdM in segno di protesta.

Nuove regole Dad, la Lega non vota il decreto

I ministri in quota Carroccio sono tre: Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani. Il primo, secondo quanto riportato da AdnKronos, era presente a Palazzo Chigi e ha partecipato alla riunione della cabina di regia, senza poi prendere parte al successivo Consiglio dei Ministri. Gli altri due, invece, sono rimasti seduti al tavolo del CdM ma hanno espresso voto contrario. Ma il decreto legge è stato comunque approvato, pur lasciando dietro di sé inevitabili strascichi.

Perché la Lega ha deciso di dire no alle nuove regole Dad, motivando così il loro parere negativo: quelle norme “discriminano i bambini non vaccinati”. Di cosa parlano? Secondo la bozza del decreto approvato nel tardo pomeriggio di oggi a Palazzo Chigi, non ci sarà più la didattica a distanza per tutti quei bambini e ragazzi in età scolare che hanno completato il ciclo vaccinale o sono guariti dall’infezione da Sars-CoV-2 nei precedenti 120 giorni. Questo a prescindere dal numero di contagi che si registreranno all’interno di una classe (mentre per i non vaccinati la Dad scatta al quinto contagio alle elementari, dal secondo caso in poi per medie e superiori).

Discorso differente, invece, per quel che riguarda le scuole materne. La campagna vaccinale per quella fascia d’età parte solamente dai 5 anni in su, quindi la maggior parte dei bambini non ha ricevuto alcune dose di vaccino. Inoltre, per loro non è previsto l’obbligo di utilizzo della mascherina. Ma, anche in questo caso, il ricorso alla didattica a distanza è stato portato da uno a cinque casi registrati in una sola sezione. Norme decise per proseguire questo percorso verso un ritorno alla normalità. Ma che la Lega definisce discriminatorie.

(Foto IPP/Fabio Cimaglia)

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