Nozze gay, il TAR del Lazio lo mette in quel posto ad Alfano e ai prefetti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-09

Come ampiamente previsto, il ministero dell’Interno si vede annullare la circolare sui matrimoni omosessuali che si arrogava un potere indisponibile. «L’annullamento può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria»

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L’annullamento delle trascrizioni di nozze gay celebrate all’estero può arrivare solo dal tribunale civile. Lo ha deciso il Tar del Lazio che accolto il ricorso di alcune coppie contro l’annullamento disposto dal Prefetto della trascrizione della loro unione contratta all’estero nel registro dell’Unioni Civili del Comune di Roma. Nell’ottobre scorso era stato quel grande statista di Angelino Alfano a ordinare ai prefetti di annullare le nozze gay. Oggi un tribunale gli dà completamente torto, spiegandogli anche che purtroppo per lui in Italia esistono le leggi.
 
NOZZE GAY, IL TAR DEL LAZIO LO METTE IN QUEL POSTO AD ALFANO E AI PREFETTI
Il Tar del Lazio ha dunque precisato, accogliendo il ricorso avverso l’annullamento disposto dal Prefetto di Roma in base a una circolare del Ministero dell’Interno, che “l’annullamento di trascrizioni di matrimoni di questo genere celebrati all’estero, può essere disposto solo dall’Autorità giudiziaria ordinaria”. “Il Ministero dell’Interno e le Prefetture, quindi, non hanno il potere di intervenire direttamente, annullando le trascrizioni”, ha precisato il tribunale amministrativo del Lazio. Inoltre i giudici sottolineano che “allo stato, non è consentito celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso e, conseguentemente, matrimoni del genere non sono trascrivibili nei Registri di stato civile”. Nel pezzo «Circolare, Alfano, circolare» spiegavamo che l’azione era illegittima:

Con una circolare si possono annullare le ordinanze dei sindaci, ma non risulta che i sindaci abbiano fatto ordinanze sulle unioni civili. In più c’è da ricordare una sentenza del Consiglio di Stato: «La pubblica amministrazione può in via generale discostarsi dalle indicazioni contenute in una circolare, motivando adeguatamente tale scelta sulla base della concreta e specifica conformazione che si ritiene conveniente debba assumere la cura del pubblico interesse (Sez. V, Sent. 20 agosto 2001, n. 4466)»: A questo punto è anche possibile che qualche prefetto usi questa motivazioni per sottrarsi, semplicemente, alla circolare di Alfano.
Il Codacons ha poi sollevato un altro argomento, annunciando un ricorso collettivo al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per ottenere l’annullamento del provvedimento di Alfano, perché «viola palesemente quanto disposto in tema di coppie di fatto dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo e, in quanto tale, è illegittima». La Corte di Strasburgo con una sentenza del 2010 ha ammesso l’esistenza del diritto alla vita familiare anche in favore delle coppie formate da soggetti dello stesso sesso – spiega l’associazione – e ha confermato che il concetto di vita familiare deve necessariamente includere anche la ”famiglia di fatto”, ossia il legame stabilito tra persone che vivono insieme anche fuori dal matrimonio, indipendentemente dal loro sesso.

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La situazione sui matrimoni fra persone dello stesso sesso negli Stati Uniti (Infografica da Vox)

LE REAZIONI
In più, c’è da ricordare che a Grosseto un tribunale ha ordinato al comune ditrascrivere un matrimonio gay, facendo riferimento a due fonti di diritto: la sentenza della Consulta che citava anche Mancuso:

La Corte Costituzionale si era espressa sulla questione di legittimità costituzionale delle norme poste a fondamento del rifiuto dell’ufficiale di stato civile di procedere alle pubblicazioni del matrimonio di due persone dello stesso sesso, e nella parte in cui non consentono a persone di orientamento omosessuale di contrarre matrimonio.
Pur negando l’esistenza di una norma costituzionale che riconosca il diritto al matrimonio di persone dello stesso sesso, la sentenza della Consulta affermò che nel concetto di “formazioni sociali” di cui all’art. 2 Cost. è inclusa l’unione omosessuale, ma il riconoscimento e la garanzia di tale diritto, è da ricondurre ad un’esclusiva scelta del Parlamento.

…e una sentenza del 2012 che arrivava dal Palazzaccio:

Il caso deciso qualche anno fa dalla Cassazione riguardava una coppia omosessuale di Latina che consacrò l’unione in Olanda e tentò di far trascrivere il matrimonio in Italia. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello respinsero l’istanza, ribadendo la contrarietà all’ordine pubblico italiano del matrimonio tra persone dello stesso sesso.
In quell’occasione però la Cassazione si distaccò dal precedente criterio dell’”inesistenza” dell’atto di matrimonio celebrato all’estero e pur giungendo alla medesima soluzione dell’intrascrivibilità dell’atto per “inidoneità a produrre effetti giuridici” nell’ordinamento italiano, riconobbe che anche i componenti di una coppia omosessuale stabilmente convivente sono considerati titolari del “diritto a una vita familiare” e del “diritto di vivere liberamente una condizione di coppia” in quanto formazioni sociali ex art. 2 Cost.
Per questo motivo, anche se secondo la legislazione italiana la coppia omosessuale non può far valere il diritto a contrarre matrimonio e, quindi, neanche il diritto a trascrivere il matrimonio contratto all’estero, tuttavia, in presenza di “specifiche situazioni”, i componenti della coppia hanno diritto a un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia eterosessuale coniugata.

Esulta il sindaco di Roma, Ignazio Marino:  «Per me non è assolutamente una sorpresa, non credo ci sia stato mai un momento in cui ho mostrato un minimo dubbio sulla mia certezza. D’altra parte sono un chirurgo, e prima di andare in sala operatoria controllo gli strumenti, infatti prima di fare le trascrizioni in Campidoglio abbiamo fatto una doverosa e diligente verifica di tutte le normative. Ho sempre ritenuto fosse un passo di civilta’ importante, perché l’amore a Roma conta», ha detto arrivando all’assemblea del Pd capitolino a via Palermo, e commentando l’accoglimento da parte del Tar dei ricorsi contro i provvedimenti con cui il prefetto di Roma aveva annullato le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero. «Avevo sempre affermato, pur non essendo un esperto di giurisprudenza- ha aggiunto Marino – che sulla base delle normative nazionali e comunitarie fosse un dovere del sindaco trascrivere un documento di un’unione avvenuta all’estero di due cittadini della mia città». A chi gli chiedeva se fosse una vittoria per la sua amministrazione, il sindaco ha risposto che «in Campidoglio si lavora per la qualità della vita dei cittadini, quindi io penso sia un ‘business as usual’». «Il Tar sconfessa la campagna del Ministro Alfano contro le trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. Il Sindaco Marino aveva celebrato la trascrizione in Campidoglio ricevendo ispezioni e censure da parte della Prefettura. Ora la parola potrebbe passare ai giudici, ma intanto possiamo gustarci questa soddisfazione. E’ tempo di iniziare a parlare di matrimonio e di sconfiggere la vigliaccheria che ferma la politica nazionale», scrive su Facebook Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio.

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