Non profit tassato: il raddoppio dell’IRES sulle ONG del volontariato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-24

Il governo del popolo ha deciso di tassare il non-profit italiano adeguando l’IRES a quello delle imprese a fine di lucro (prima pagavano la metà), per un incasso totale programmato di ben 118 milioni

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Cinque milioni e mezzo di volontari censiti dall’Istat (un italiano su sei, dai venti ai sessantaquattro anni),343.432 organizzazioni senza fini di lucro, 812.706 dipendenti. E il raddoppio dell’IRES. Il governo del popolo ha deciso di tassare il non-profit italiano adeguando l’IRES a quello delle imprese a fine di lucro (prima pagavano la metà), per un incasso totale programmato di ben 118 milioni su una Legge di Bilancio di trenta miliardi. Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera fa un po’ di conti:

Tanti? Pochi? Fate i conti: mediamente ognuno di quei 5,5 milioni di volontari regala a chi ne ha bisogno almeno tre ore alla settimana (almeno: in realtà sono sempre di più, senza contare le emergenze di un terremoto o un’alluvione) per un totale annuale di 858 milioni di ore di lavoro. A 10 euro l’ora, paga ridicola per tanti impagabili esempi di abnegazione, quel volontariato regala allo Stato oltre otto miliardi e mezzo di euro.

Quasi settanta volte di più di quanto andrà a rosicchiare sull’Ires. E parliamo di un mondo bastonato mentre parallelamente la stessa finanziaria gialloverde taglia il «soccorso civile» da 6,7 miliardi nel 2019 a 3,4 nel 2021. Speriamo bene…

non profit tassato
I numeri del non profit italiano (Corriere della Sera, 24 dicembre 2018)

Silvio Garattini, fondatore e presidente del «Mario Negri», già scottato dall’obbligo di pagare l’Imu per un istituto di ricerca al servizio dei cittadini: «Raddoppiare l’Ires sulle Ong del volontariato un’idea stupida prima ancora che sbagliata o ingiusta. E anche un cattivo affare per le casse dello Stato. Perché mai colpire i bilanci di organizzazioni benemerite che suppliscono generosamente tutti i giorni, in tanti settori, alle carenze dello Stato stesso? C’è da mettersi le mani nei capelli. Meno male, verrebbe da dire amaramente, che non raschieranno niente nella ricerca perché ormai, lì, dopo tanti tagli niente c’è…».

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