«Non è il Jobs Act, ma lo sgravio a spingermi ad assumere»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-04-24

L’intervista di Repubblica a Federico Visentin, imprenditore metalmeccanico

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Federico Visentin, imprenditore metalmeccanico e vicepresidente di Federmeccanica, parla con Repubblica degli effetti positivi del Jobs Act e della decontribuzione nel mercato del lavoro.

«Io constato che il Jobs act ha cambiato il clima, ha aumentato la fiducia nelle imprese. E questo ottimismo è molto importante nelle scelte economiche».
Sta dicendo che rendendo più facile il licenziamento sono aumentate le assunzioni?
«Questa è una lettura semplicistica e non realistica. Le aziende, come la nostra, che puntano molto sulla formazione e sulla qualità del lavoro dei loro dipendenti, non assumono per poter licenziare. Non nego che possano esserci casi in cui si è puntato sulla precarietà cronica per tenere bassi i costi. In quelle situazioni il contratto a tutele crescenti può essere usato per sostituire i tanti contratti precari di qualche tempo fa».
E allora perché è cambiato il clima?
«Perché si percepisce che qualcosa si sta muovendo. E anche i più titubanti, coloro che non assumevano per timore di non avere una flessibilità in uscita, oggi hanno preso coraggio».
Perché sanno di potersi ridurre il personale in caso di necessità?
«I ragazzi che assumo io entrano in azienda con il lavoro interinale, fanno un periodo di contratto a tempo determinato e poi sono assunti a tempo indeterminato. Io questo protocollo lo uso da anni e non lo cambierò con il Jobs act. Perchéai ragazzi ci tengo, mi costa formarli e non licenziodopo averli formati. Sarebbe uno sprecodi risorse assolutamente autolesionistico».

federico visentin jobs act
Le attivazioni di nuovi contratti di lavoro a marzo (Repubblica, 24 aprile 2015)

Fanno tutti così?
«Io metto la mano sul fuoco per quel che accade nella mia azienda. Certo, sapere che sulla scrivania oggi c’è una leva in più per la flessibilità in uscita può servire, anche solo psicologicamente. Ogni azienda forma il personale. Se però dopo mesi di formazione, si scopre che ci sono pochi fannulloni, quelli si devono poter allontanare. L’imprenditore deve avere la possibilità di formare la sua squadra di dipendenti convinti di partecipare agli obiettivi dell’impresa».
Quale incentivo ha funzionato di più finora? Lo sgravio fiscale sui nuovi assunti o il contratto a tutele crescenti del Jobs act?
«Per me ha funzionato soprattutto lo sgravio fiscale. E’ un buon inizio per poter competere con le altre aziende europee. Penso invece che il Jobs act, fino ad oggi, abbia avuto un effetto più limitato».

Leggi sull’argomento: Jobs Act, perché con Renzi licenziare conviene

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