Nemmeno Ruini crede ai due milioni del Family Day

di dipocheparole

Pubblicato il 2016-01-31

Tra i sordidi provocatori senzadio che ieri hanno osato mettere in dubbio le sc…sc…scientifiche stime del Family Day c’è una presenza d’eccezione

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Una congrega di sordidi provocatori senzadio chiaramente ispirati dal dimogno ha osato mettere in dubbio le scientifiche stime degli organizzatori sulla presenza al Family Day. Una vergogna, praticamente. E ancora di più vergognoso è che tra questi sordidi provocatori senzadio si iscriva anche il cardinale Camillo Ruini, che in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo e pubblicata oggi sul Corriere della Sera si mette dalla parte di Papé Satàn, Papé Satàn, Aleppe:

due milioni ruini
Corriere della Sera, 31 gennaio 2016

Nell’intervista Ruini dice cose interessanti su Renzi, Prodi e il Family Day:

È ancora possibile un compromesso?
«Direi che è possibile, o almeno sarebbe possibile, un vero accordo, se oltre a stralciare le adozioni si togliessero i tanti riferimenti al diritto matrimoniale e al diritto di famiglia. Altrimenti si apre la strada all’equiparazione, attraverso le decisioni della magistratura».
È deluso da Renzi?
«Lei sa che non esprimo mai giudizi sulle personalità politiche».
È un premier cattolico. Come lo era Prodi, di cui lei celebrò il matrimonio e battezzò i figli, prima dello scontro sui Dico.
«Romano Prodi rimane per me un amico come, ne sono sicuro, io per lui. Le divergenze su alcune questioni non significano la fine di un’amicizia che tra Romano e me ha radici molto profonde».
E Renzi?
«Rispondo solo che da Renzi come da altri politici continuo ad aspettarmi scelte positive, per le quali non è mai tardi».
Ci sono quindi i margini per un accordo.
«Se si vuole, ci sono eccome. Bisogna avere la volontà di essere disposti a fare modifiche profonde».
Se invece la legge dovesse passare, si farà un referendum per abrogarla?
«Mi pare un po’ presto per parlare di referendum. Adesso l’impegno e la speranza sono di evitare che sia fatta una cattiva legge, e che sia invece approvata una legge equilibrata e largamente condivisa dai parlamentari e dalla sensibilità comune».

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