Quali sono i negozi dove non è obbligatorio il green pass per entrare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-01-18

Il giro di vite previsto dall’ultimo decreto è molto più stretto rispetto alle aspettative

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Poche deroghe e un giro di vite più stretto rispetto a quel che si pensava. Nel corso delle prossime due settimane entreranno in vigore le ulteriori restrizioni e limitazioni per chi è sprovvisto di vaccino. Le nuove norme andranno a toccare la quotidianità dei cittadini, visto lo stringimento delle maglie nell’utilizzo della certificazione verde (anche di quella non rafforzata). E così resteranno pochi i negozi e le attività commerciali in cui si potrà entrare (ed effettuare acquisti) senza Green Pass.

Negozi senza green pass, quali sono quelli previsti nel nuovo dpcm

Il calendario è già delineato: dal prossimo 20 gennaio occorrerà almeno la certificazione verde base (quella che si ottiene con un tampone antigenico negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, o un tampone molecolare entro le 72 ore) per usufruire dei servizi di barbieri e parrucchieri. Poi, dal 1° febbraio, toccherà a molti altri negozi e attività commerciali. Con pochissime deroghe che si basano anche sulle strutture dei differenti locali.

Per i negozi di abbigliamento (anche intimo), ma anche quelli che vendono giochi per bambini, elettrodomestici, cartolerie e similari sarà necessario presentare almeno la certificazione verde base. Non potranno, dunque, effettuare acquisti in quelle attività commerciali i non vaccinati e le persone che non hanno effettuato un test (negativo) entro le suddette tempistiche. Insomma, la maggior parte dei negozi prevede la certificazione verde. A questi vanno aggiunte anche le librerie e i tabaccai: anche per comprare le sigarette (ovviamente il distributore automatico all’esterno è fuori da questa regola) dovrà essere in possesso del Green Pass base.

E quella dei tabaccai è la vera novità rispetto alle aspettative. Perché questa stretta diminuisce – e non di poco – le possibilità di accedere a negozi senza Green Pass. Il cerchio si stringe, dunque, con le attività commerciali “libere” dalla verifica della certificazione che rimangono davvero poche. Detto di supermercati e farmacie (parafarmacie), che rappresentano i “beni di prima necessità per la persona”, all’interno di questo breve elenco vanno inseriti anche i negozi di alimentari (comprese le vendite al dettaglio, come pescherie, macellai, surgelati) e i grossisti. Stesso discorso per quel che riguarda negozi che vendono prodotti per animali. Ma non servirà esibire la certificazione verde neanche dagli ottici (che hanno ottenuto una deroga). Poi ci sono le edicole: quelle con un “chiosco”, ovvero quelle all’aperto, non dovranno chiedere il Green Pass. Quelle che, invece, sono dei veri e propri negozi vengono equiparate alle librerie (dove è richiesta la verifica). Non serve neanche il tampone negativo nella stazioni di rifornimento carburante e per quelle attività che vengono prodotti per camini e stufe (cherosene o pellet).

(Foto IPP/Maurilio Boldrini)

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