Mustapha Jawara: la storia del primo arbitro migrante iscritto all’AIA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-12-18

A 16 anni è arrivato a Salerno con un barcone in cerca di fortuna. Oggi sogna di arbitrare Napoli-Juventus e la finale della Coppa d’Africa “per poter riabbracciare la mia famiglia”

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Aveva tre sogni, Mustapha Jawara, quando a 16 anni è salito a bordo di un barcone e ha lasciato le coste libiche: arrivare in Italia, diventare elettricista e tornare, un giorno, da uomo realizzato, dalla sua famiglia in Gambia. In Italia, con un po’ di fortuna e buon vento, c’è arrivato, trovando casa e una scintilla di futuro a Salerno. “Sono arrivato in Italia 6 anni fa a 16 anni dal Gambia, passando per la Libia, direttamente a Salerno con il barcone. Sono arrivato in Italia per cercare una vita migliore” ha raccontato ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Quello che ancora Mustapha non sapeva era che nel suo destino non c’erano cavi e fili ma un fischietto e una giacchetta nera.

Il primo arbitro migrante iscritto all’AIA

Mustapha ha sempre amato il calcio, ma – sono parole sue – “non ero abbastanza bravo coi piedi per fare strada”. Così ha preso un’altra strada, non meno difficile, per arrivare lì dove la sua passione lo spingeva. Ha deciso di seguire un amico, che gli ha proposto di iscriversi a un corso per arbitri a Polla quando erano ancora minorenni. Comincia lì la nuova vita di Mustapha Jawara. Col fischietto in bocca ci sa fare, in campo è rapido, non si perde un’azione. E poi è uno che studia le regole a memoria, e impara in fretta.

“Ho deciso di fare l’arbitro perché mi piace fare sport, soprattutto il calcio però non sono tanto bravo” prosegue Jawara. “Per il momento ho arbitrato under 15 e under 17. Con l’aiuto della sezione di Sala Consilina sto studiando per migliorare e li ringrazio tanto. Finora sono stato rispettato, non ho mai avuto problemi. Io lavoro in un’azienda di ricambi, ma il mio sogno è arrivare in Serie A i prossimi anni e arbitrare Napoli-Juventus. Non tifo nulla, sono tifoso degli arbitri” ha aggiunto.

Il sogno di arbitrare Napoli-Juventus e la finale di Coppa d’Africa

Oggi Mustapha Jawara ha realizzato un sogno che neanche sapeva di avere quando, sei anni fa, è partito dal Gambia in cerca di fortuna: a 22 anni è diventato il primo migrante arbitro ufficialmente iscritto all’Aia. Dopo la notizia della prima donna arbitra a dirigere una squadra di Serie A, un altro tabù viene rovesciato. Eppure Mustapha Jawara ha un altro sogno che non siamo abituati a sentire.

“Ho imparato tutte le regole a memoria per far sì che un giorno il mio sogno possa diventare realtà: arbitrare la finale di Coppa d’Africa. Sarebbe veramente un sogno perché così potrei riabbracciare la mia famiglia ed i miei amici che mi potrebbero rivedere nella mia nuova veste di arbitro”.

 

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