Politica
“Muori male:” individuati gli autori delle minacce a Di Maio
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-04-16
Tre persone risultano coinvolte a Milano, Vicenza e Udine: sui loro telefoni sono stati trovati account anonimi utilizzati per l’inoltro dei messaggi oggetto delle indagini
Sono stati individuati grazie a un’indagine della Polizia coordinata dalla Procura di Roma i presunti autori di minacce contro il ministro degli Esteri Luigi Di Maio
“Muori male:” individuati gli autori delle minacce a Di Maio
Tre persone risultano coinvolte a Milano, Vicenza e Udine: la Polizia di Stato, nell’ambito di un’indagine avviata dal Servizio Polizia Postale e coordinata dalla Procura di Roma, con gli operatori dei compartimenti Polizia Postale di Milano, Trieste e Venezia, insieme a personale delle Digos di Milano, Vicenza e Udine hanno eseguito tre perquisizioni delegate a carico di internauti nei cui confronti sono stati riscontrati elementi indiziari tali da farli ritenere autori della pubblicazioni di messaggi minatori rivolti al ministro degli Esteri.
Polizia di Stato- Individuati presunti autori della pubblicazioni di messaggi minatori rivolti al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.) – https://t.co/PgThiJSE3E pic.twitter.com/aG9fr81tEe
— Agenparl (@Agenparl) April 16, 2022
In particolare, in seguito alla pubblicazione su Twitter da parte del titolare della Farnesina di dichiarazioni in merito al conflitto in atto, è stata riscontrata la presenza di vari messaggi di risposta: “Muori male, e magari per mano del popolo.”, “Si dai, armateci e decideremo poi a chi vogliamo sparare”, “Non ci sono parole per descrivere, vai solo buttato nel rusco”. E ancora, all’interno di canali riservati Telegram e pagine social VK, la Polizia Postale ha individuato ulteriori messaggi minatori tra i quali, ad esempio, quello pubblicato all’interno di un canale di propaganda filo russa che recita: “Ma un cecchino…che ci ammazzi i 4 distruttori dell’Italia, non ce lo possiamo mandare?
Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Milano, Vicenza e Udine e hanno permesso di riscontrare sui telefoni la presenza degli account anonimi utilizzati per l’inoltro dei messaggi oggetto delle indagini.