La fronda grillina del no a Draghi? Una ventina di parlamentari in tutto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-17

Oggi si vota la fiducia al governo Draghi al Senato e la situazione nel Movimento 5 Stelle è ancora incerta. Quanti saranno i ribelli che voteranno no?

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Oggi si vota la fiducia al governo Draghi al Senato e la situazione nel Movimento 5 Stelle è ancora incerta. Quanti saranno i ribelli che voteranno no? I pontieri sono al lavoro in queste ore per provare a convincere i dissidenti a deporre l’ascia di guerra e votare ‘sì’ all’esecutivo presieduto dall’ex governatore della Bce. L’obiettivo è evitare una scissione. Il Corriere fa un po’ di conti:

Beppe Grillo è in stretto contatto con i big, a partire da Luigi Di Maio. C’è stata una telefonata tra i due per rassicurarsi sulla tenuta dei 5 Stelle alla prova dell’Aula. Roberto Fico prova a gettare acqua sul fuoco: «Qui non stiamo facendo nessuna alleanza con Forza Italia o con la Lega, proprio nessuna. E non abbiamo firmato cambiali in bianco. Non è una questione di alleanze, ma di capire qual è oggi l’interesse pubblico». I vertici si dicono «fiduciosi che i no saranno una ventina in tutto». Tra gli indecisi (che sono ancora dieci al Senato e quindici — qualcuno dice anche venti — alla Camera), però, ci potrebbe essere qualche nome di peso. C’è chi sostiene che tra gli incerti ci possa essere anche la ministra del Lavoro uscente, Nunzia Catalfo. Voci non confermate, anche se la senatrice, «madre» del reddito di cittadinanza, è da giorni chiusa nel riserbo.

Intanto il reggente del Movimento 5 Stelle Vito Crimi ieri ha spiegato all’assemblea dei deputati pentastellati: “Domani e dopodomani voteremo sì. Qualunque altra espressione di voto sarà considerata in dissenso”. Probabilmente un dissenso che non comporterà l’espulsione. Altrimenti la frattura potrebbe diventare un abisso.

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