La rosicata di Morgan dopo il “Fuck Putin” dei Maneskin

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-04-25

Il cantautore milanese rivendica il fatto di esser stato il primo – prima di Damiano David – ad aver “mandato a quel Paese” Putin

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“L’ho detto prima io”. A una settimana di distanza dall’esibizione dei Maneskin sul palco del Coachella Valley Music and Arts Festival, in California, Morgan critica Damiano David per quella sua frase pronunciata dal palco: “Free Ukraine, fuck Putin“. Non tanto per la giusta condanna nei confronti del Presidente della Federazione russa dopo l’invasione, l’aggressione e la guerra all’Ucraina, ma per il tempismo. Secondo il cantautore milanese, infatti, bisognava condannare Putin molto prima e a prescindere da quel che sta accadendo da oltre due mesi.

Morgan rosica per il “Fuck Putin” dei Maneskin al Coachella

Nel corso del suo intervento nel podcast BlackList x MOW Domenico Arruzzolo, Marco Castaldi – in arte Morgan – ha parlato di politica e della sua decisione di candidarsi a Verona come capolista del movimento creato da Vittorio Sgarbi in sostengo del candidato di centrodestra e sindaco uscente Sboarina. Poi, però, è tornato su quel grido di Damiano David dal palco del Coachella:

“I Maneskin a me sono simpatici perché finalmente fanno un po’ di colore. Rispetto ai Bluvertigo devo dire che gli manca un po’ di spessore musicale, però la scena la fanno e mi divertono molto. Però perché non Fuck Biden, perché solo Fuck Putin? Facciamo un Fuck Biden, facciamo un Fuck chiunque. Ma dai, ma Fuck Putin, se me lo dicevi quando è stato eletto… Io lo dicevo quando l’hanno eletto. E non è certo la guerra in Ucraina che mi fa dire che Putin è negativo. Perché fino a ieri cos’era, un santo?”.

Secondo Morgan, dunque, Damiano David avrebbe dovuto mandare “a quel Paese” anche Joe Biden. Anzi, mandare a quel Paese tutti. E poi rivendica la paternità di quell’insulto rivolto al Presidente russo, sostenendo che lui fin dall’inizio – fin dalla sua elezione (non sappiamo quale visto che, con diversi ruoli, l’attuale numero uno del Cremlino naviga nelle orbite del potere russo – prima da primo ministro, poi da Presidente della Federazione russa – da anni) – aveva messo tutti in guardia da quel personaggio “negativo”, mai stato santo.

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