Il Monza Calcio e l’indagine per epidemia colposa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-24

La Dda di Milano ha effettuato ieri controlli presso la sede del Monza Calcio per verificare le modalità con cui si stavano effettuando i tamponi rapidi ad alcuni calciatori. Il club ha fatto sapere di essere estraneo alla vicenda

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La Dda di Milano ha effettuato ieri controlli presso la sede del Monza Calcio per verificare le modalità con cui si stavano effettuando i tamponi rapidi ad alcuni calciatori. Inoltre, su disposizione dei pm Silvia Bonardi e Alessandra Cerreti, il Gigo della guardia di finanza e i carabinieri del Nas hanno effettuato perquisizioni presso lo studio di Cristiano Fusi, in passato medico del Milan e della Nazionale italiana magistrati. Il professionista è indagato in concorso con ignoti per esercizio abusivo della professione medica: avrebbe consentito di effettuare i tamponi a persone che agli inquirenti risultato privi di titoli. Acquisizioni sono state fatte presso la clinica Zucchi di Monza, dove Fusi è primario, e presso la clinica Madonnina di Milano, dove ha uno studio privato. L’indagine, spiega il Corriere Milano, è per esercizio abusivo della professione, ma anche epidemia colposa:

La procura, con il Gico della Guardia di finanza e i carabinieri del Nas, intende verificare la regolarità dei tamponi utilizzati, i titoli di chi ha eseguito i test, la conformità dei risultati alla effettiva condizione degli esaminati. Per l’accusa, Fusi avrebbe consentito di fare effettuare i tamponi a persone che agli inquirenti risultano privi di titoli. Ma il medico deve rispondere anche di una, più grave, accusa: epidemia colposa. Dall’inchiesta — in una fase ancora embrionale — emergerebbe una gestione poco trasparente delle procedure anti-Covid. E il Monza Calcio non sarebbe l’unica società a essere oggetto di accertamenti. Al centro delle verifiche, anche una società a cui la squadra di Silvio Berlusconi ha affidato la fornitura dei tamponi, che sarebbe attiva nel campo di rifiuti ed energia rinnovabile, e solo da poche settimana avrebbe esteso il suo oggetto sociale alla sanità, occupandosi di dispositivi di protezione individuale, ma non ai tamponi. Oltre a verificare la regolarità della procedura con cui venivano acquisiti e poi eseguiti sui tesserati, e i titoli degli operatori che li eseguono in concreto, la procura intende verificare se vengano rispettate tutte le direttive per garantire la tracciabilità dei positivi al test. Eventuali falle nei protocolli anti-Covid non farebbero individuare i contagiati, favorendo la diffusione del virus

Il club, ha fatto sapere di essere estraneo alla vicenda e ha tenuto a precisare che “fa eseguire i tamponi molecolari dal laboratorio milanese San Giorgio”. Inoltre, per sicurezza, vengono effettuati anche i test rapidi antigenici da metà ottobre, quando nel gruppo squadra emersero sette calciatori e due componenti dello staff positivi. “Questi test sono tenuti da medici”, ha precisato l’avvocato Francesco De Martino dello studio Cantamessa. Quanto al sopralluogo di ieri nel centro sportivo a Monzello è “emerso che il Monza è in regola sotto tutti i profili igienico sanitari. – ha concluso il legale – Sono state visionati le fatture di pagamento e i nomi dei medici che, a turno, effettuano i tamponi rapidi”. Da quanto filtra da ambienti sportivi, ieri i dirigenti del Monza avrebbero mostrato ai militari le fatture relative a tre ordini per i tamponi rapidi per la squadra, acquistati da due farmacie brianzole, una spesa complessiva da meno di 10mila euro.

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