Monsignor Viganò, l’arcivescovo che vuole “salvare i bambini dalla dittatura sanitaria” e la violenza delle Crociate

di Antonio Murzio

Pubblicato il 2020-09-02

“Siamo chiamati ad essere soldati di Cristo, sotto le cui insegne dobbiamo combattere. Certo, nella maggior parte dei casi si tratta di un combattimento essenzialmente spirituale; ma nel corso della Storia abbiamo visto quanto spesso, dinanzi alla violazione dei diritti sovrani di Dio e delle libertà della Chiesa, sia stato necessario anche prendere le armi”, scrive oggi Viganò

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La manifestazione indetta per sabato 5 settembre a Roma “contro la dittatura sanitaria, finanziaria e giudiziaria”, che vedrà la galassia negazionista italiana in piazza, sull’esempio delle analoghe iniziative in altri paesi europei, ha ricevuto la “benedizione” dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, il porporato anti-Bergoglio che rimpiange la chiesa preconciliare.

Monsignor Viganò, l’arcivescovo che vuole “salvare i bambini dalla dittatura sanitaria”, rimpiange la violenza delle Crociate

La risposta data il 15 agosto scorso a una lettera del 2 dello stesso mese a firma dei promotori della la manifestazione di Roma, Rosaria Mangia a nome della fantomatica associazione “Assedio 5 settembre in difesa dei bambini” e Giuliano Castellino Vicesegretario nazionale FN – Coordinamento 5 settembre Italia Libera, è di fatto la “benedizione” di monsignor Viganò alla galassia negazionista ed è un compendio di tutte le teorie complottistiche che la uniscono.

lettera viganò

Per Viganò, “La Sanità mondiale, con il ruolo pilota dell’OMS, è diventata una vera e propria multinazionale che ha come scopo il profitto degli azionisti (case farmaceutiche e fondazioni così dette filantropiche) e come mezzo per perseguirlo la trasformazione dei cittadini in malati cronici. Ed è evidente: le case farmaceutiche vogliono guadagnare vendendo farmaci e vaccini; se eliminare le malattie e produrre farmaci efficaci comporta la riduzione del numero dei malati e quindi dei profitti, sarà quantomeno logico aspettarsi che i farmaci siano inefficaci e che i vaccini siano strumento per diffondere le patologie anziché per debellarle. Ed è infatti quello che succede. Come possiamo pensare che sia promossa la ricerca di cure e terapie, se chi la finanzia lucra cifre spropositate proprio dal perdurare di patologie?”. L’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti spazia poi a tutto campo: “E va ricordato che mentre sul binario del solo interesse economico procedono le case farmaceutiche, su quello ideologico operano personaggi che, con l’occasione del vaccino, vorrebbero anche impiantare dispositivi per l’identificazione delle persone; e che queste nanotecnologie – mi riferisco al progetto ID2020, ai quantum dots e ad altri analoghi – sono brevettate dagli stessi soggetti che hanno brevettato tanto i virus quanto il loro vaccino. Inoltre, un progetto di criptovaluta è stato brevettato per consentire non solo l’identificazione sanitaria, ma anche quella personale e bancaria, in un delirio d’onnipotenza che fino a ieri poteva esser liquidato come farneticamento di complottisti. E conclude: “L’occasione mi è grata per assicurarvi della mia preghiera e per impartire la mia Benedizione a Voi tutti: a voi, care Mamme e ai vostri figli, e a tutti coloro che lottano per salvare i nostri bambini e ciascuno di noi da questa feroce tirannia globalista che si sta abbattendo sulla nostra amata Italia”.

Se qualcuno pensava che Viganò si sarebbe fermato qui, però, si sbaglia di grosso. Oggi sul sito di Aldo Maria Valli, ex vaticanista del Tg1, altro strenuo difensore del tradizionalismo cattolico, Viganò pubblica un intervento dell’alto prelato dall’eloquente titolo “Non cediamo alla tentazione di abbandonare la Chiesa perché invasa da eretici e fornicatori: sono loro che vanno cacciati!”. Nella sua lunga risposta all’articolo di un giornalista americano di una rivista cattolica, Stephen Kokx, Viganò, scagliandosi, come da copione contro il Concilio Vaticano II e la chiesa bergogliana, a un certo punto scrive:

Ma per meritare la gloria immortale del Cielo siamo chiamati a riscoprire – in un’epoca svirilizzata e priva di valori quali l’onore, la fedeltà alla parola data, l’eroismo – un aspetto fondamentale per ogni battezzato: la vita cristiana è una militia, e con il sacramento della Confermazione siamo chiamati ad essere soldati di Cristo, sotto le cui insegne dobbiamo combattere. Certo, nella maggior parte dei casi si tratta di un combattimento essenzialmente spirituale; ma nel corso della Storia abbiamo visto quanto spesso, dinanzi alla violazione dei diritti sovrani di Dio e delle libertà della Chiesa, sia stato necessario anche prendere le armi: ce lo insegna la strenua resistenza per respingere le invasioni islamiche a Lepanto e alle porte di Vienna, la persecuzione dei Cristeros in Messico, dei cattolici in Spagna, ed ancor oggi la guerra crudele ai cristiani di tutto il mondo. Mai come oggi possiamo comprendere l’odio teologico dei nemici di Dio, ispirati da Satana: l’attacco a tutto ciò che ricorda la Croce di Cristo – la Virtù, il Bene e il Bello, la purezza – ci deve spronare ad alzarci, in un sussulto di fierezza, per rivendicare il nostro diritto non solo a non esser perseguitati dai nemici esterni, ma anche e soprattutto ad avere dei pastori forti e coraggiosi, santi e timorati di Dio, che facciano esattamente quello che i loro predecessori hanno fatto per secoli: predicare il Vangelo di Cristo, convertire i singoli e le nazioni, espandere in tutto il mondo il Regno del Dio Vivo e Vero.

Dalla benedizione alla piazza di Forza Nuova alla necessità della violenza per la difesa dei valori cristiani? Sembra un copione che la storia ci ha già proposto.

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