Non solo le mani addosso: Sara racconta il saluto fascista degli Alpini per umiliarla

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-10

Una cameriera 27enne ha raccontato “l’inferno” di quei giorni e quell’episodio accaduto mentre stava lavorando

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Per difendere la sua privacy useremo un nome di fantasia: Sara. Lei è una delle protagoniste-vittime di quel che è successo nei giorni scorsi nella cittadina della costiera romagnola, durante la grande adunata degli alpini. Ha 27 anni, studia a Rimini e per mantenersi lavora come cameriera in un locale. E proprio lì è stata molestata: prima dialetticamente (con i classici cliché del cat-calling), poi fisicamente con la mano di uno dei presenti che si è poggiata sul suo seno. Ma non ci sono state solo molestie fisiche da parte degli alpini radunati a Rimini, perché la stessa giovane studentessa ha anche raccontato di come sia stata chiamata al tavolo con un classico saluto fascista.

Molestie alpini Rimini, tra le denunce anche i saluti fascisti

La giovane Sara è di origine somala e ha un accento romagnolo. Nel corso della prima serata dell’adunata degli alpini a Rimini, stava lavorando in quel ristorante dove svolge il ruolo di cameriera per pagarsi gli studi. E proprio lì, fin dall’inizio della serata, è stata vittima di quel che poi è stato denunciato anche da altre 150 donne.

“Mi hanno chiamato a un tavolo facendo il saluto fascista, sono andata, l’ho fatto notare e mi hanno risposto che sì, era vero, che avevano fatto quel saluto appositamente. Sono somala, ho reagito, lo sapete? Mi hanno risposto: lo abbiamo immaginato dal colore della tua pelle. E giù risate. Sono rimasta senza parole, ma è finita lì”.

Sara ha raccontato all’edizione bolognese de La Repubblica questo primo step. Un’escalation proseguita nel corso dei giorni successivi. Oltre a quel saluto romano, infatti, nelle serate seguenti il livello di molestia è cresciuto. Fischi, sguardi fissi sul suo fondoschiena e commenti a corredo, simulazione di atti sessuali, bigliettini per invitarla ad appartarsi “con un alpino” e, infine, anche un uomo che le ha palpato il sedere, configurando la molestia sessuale (fisica).

Questo è uno dei tanti racconti di queste molestie alpini Rimini. La giovane ha raccontato che quei giorni sono stati di festa, ma sono stati macchiati dai comportamenti di alcuni. Alcuni che diventano tanti. Perché l’associazione “Non una di meno” ha raccolto almeno le denunce e i racconti di 150 donne e ragazze che hanno subito molestie nel corso dell’adunata degli alpini nella cittadina romagnola. C’è chi ha parlato di tentativi di approcci fisici con insistenza (come la barista che ha parlato di un alpino che ha provato a leccarle la bocca e ha simulato un atto sessuale mentre stava sparecchiando la tavola), chi ha parlato di volgari insulti sessisti, chi è stata colpita con uno schiaffo al volto dopo aver rifiutato una avance. Questo il resoconto delle denunce durante e dopo l’adunata degli Alpini.

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