Cosa dice Mino Raiola su Donnarumma

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-06-19

Il procuratore del portiere all’attacco di Mirabelli: «Si è creato un clima ostile che ci ha costretto a prendere queste decisioni. Addirittura ‘se non firmi vai in tribuna’. Sento puzza di mobbing». Nega il ruolo di Galliani: «Mi ha chiamato dopo la rottura, si è candidato per aiutare a far tornare il sereno, gli ho detto no».

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Mino Raiola rompe il silenzio su Gigio Donnarumma. Il manager del portiere che ha deciso di non rinnovare con il Milan ieri ha convocato prima una conferenza stampa e poi ha deciso di parlare soltanto davanti alle telecamere di Sky, Mediaset e della Rai. La conferenza stampa ristretta avrebbe dovuto iniziare alle 17, ma alla fine ha tardato di un’ora e mezza. Le dichiarazioni di Raiola sono state poi oggetto di un curioso embargo per tutta la serata e soltanto un breve estratto delle sue parole è poi finito a La Domenica Sportiva e a Premium Sport. Intanto ieri il giocatore è stato oggetto di una contestazione durante la partita dell’Italia contro la Danimarca a suon di soldi falsi lanciati verso la porta e di striscioni con scritto “Dollarumma”.

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Mino Raiola in conferenza stampa (foto di: Paolo Paganini su Twitter)

Cosa dice Mino Raiola su Donnarumma

Mino Raiola alla Domenica Sportiva ha spiegato che alla base della decisione non ci sono stati problemi economici “ma si era creato un ambiente ostile e in un ambiente ostile non può uscire un buon risultato. Noi siamo stati costretti a prendere delle decisioni che non volevamo prendere”. L’agente ha aggiunto poi che che “il clima velenoso creatosi nella ultime settimane” ha portato a questo risultato. “L’unico problema che non è esistito è quello dei soldi, perché non ne abbiamo mai parlato, né intavolato un discorso serio su quell’argomento. Non ci è stata concessa questa serenità, questo tempo”. Anche la clausola rescissoria, che secondo alcuni sarebbe alla base del fallimento dei colloqui, Raiola spiega che “non è stata affrontata. Non avevamo questo problema, anche perché quando si arriva a qual punto, vuol dire che sei al 90% del contratto. Noi invece abbiamo osservato gli atteggiamenti delle ultime sei settimane, non abbiamo mai risposto, ma preso atto”.

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Lo striscione contro Donnarumma durante Danimarca-Italia under 21

Il procuratore ha detto anche altro ai microfoni di Premium: “Lui è stato minacciato, la famiglia è stata minacciata: minacce di non giocare, di morte, striscioni mai tolti dalla società e un atteggiamento passivo nei suoi confronti. Non è mai stata una questione economica – spiega – se due parti vogliono trovare una soluzione la soluzione si trova. Visto che loro erano in giro con il budget di un top player e il top player ce l’hanno in casa, io sicuramente avrei trovato un modo per soddisfare le parti, ma non siamo mai entrati in quei discorsi”.

Donnarumma e Mirabelli

Sulla gestione sbagliata di un top player come Donnarumma, Raiola dice che “secondo me sì è stata sbagliata. Sono stati troppo esuberanti, i toni sono stati sbagliati e i rapporti non sono stati giusti. Se volevo conoscere il progetto del Milan in modo più graduale? Sì, ma comunque avevo già garantito alla società che non saremmo partiti a parametro zero, l’ho sempre detto e pensavo fosse sufficiente almeno per mettere tranquilla la parte patrimoniale della cosa, ma non è stato capito. Non era una questione di rubarsi il giocatore, ma forse ho sbagliato io, non sono stato molto convincente, non lo so. E’ stato gestito tutto male secondo me”.

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Foto da: Tancredi Palmieri su Twitter

Mino Raiola ha poi parlato del direttore sportivo del Milan Massimiliano Mirabelli: “Io parlo del Milan, poi Mirabelli è stato un esponente che ha condotto questo e quindi si prenderà le sue responsabilità. Se Mirabelli dovesse fare retromarcia e usare altri toni? Oggi non voglio riaprire questi discorsi perché sarebbe riaprire un’altra volta il circo e non lo voglio fare”. Quanto al rischio che Donnarumma possa stare fermo un anno, il procuratore ammette che “il rischio c’è, è un rischio importante. Se sarà giudicato per le sue qualità di sicuro non perderà l’anno, se invece ci sono altre situazioni che costringono l’allenatore a prendere certe decisioni allora forse lo perderà. Per me è mobbing se minacci un giocatore di stare un anno in tribuna. Un nuovo portiere per il Milan? Hanno il diritto di cercarne anche altri sette di portieri, non è mica un nostro problema”.

Il futuro di Donnarumma e l’ombra di Galliani

Mino Raiola ha parlato anche con Carlo Laudisa della Gazzetta dello Sport. «Gigio inizialmente era convinto di restare al Milan, anche perché ricordo che a 14 anni scelse lui questi colori, dopo i contatti con l’Inter, nonostante la sua famiglia lo sconsigliasse dopo la delusione per la cessione del fratello Antonio. Gli ultimi tempi, però, sono stati tremendi. In particolare lo ha colpito quella frase di Mirabelli: se non firmi vai in tribuna. Vediamo che succede ora, ma qui c’è puzza di mobbing. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio», ha detto.

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Lo striscione di sostegno alla società nel caso Donnarumma

A Raiola Laudisa ha chiesto più volte di spiegare il ruolo di Adriano Galliani nella vicenda: «Non siamo già d’accordo con il Real Madrid. Anzi, che si sappia: per andare a Madrid non ho bisogno di Galliani. La verità è che lo cercano in tanti, come già a 16 anni. Invece lui preferì il suo Milan». Ma con Galliani siete d’accordo? «Sono suo amico fuori dal calcio, ma sugli affari ci siamo scontrati spesso, perché lui è troppo tifoso. L’altro giorno mi ha chiamato dopo la rottura, si è candidato per aiutare a far tornare il sereno, ma io in maniera brusca gli ho detto di no». Ieri la Gazzetta dello Sport spiegava che l’intenzione del Milan è quella di iniziare la stagione con quattro portieri e Donnarumma in panchina. Ma Raiola è intenzionato a suonare alla porta con qualche offerta con il suo assistito, che la società dovrà valutare per non perdere il portiere a parametro zero nel giugno 2018:

Le possibili destinazioni per Gigio sono quelle note: in Italia la Juve non ha fatto mistero di essere allettata dalla questione, sebbene non avrebbe particolari problemi ad attendere la scadenza naturale del contratto. Chi invece lo vorrebbe subito si trova al di là dei confini italiani. In particolare: Real, Psg e United. Diversi indizi portano a pensare che il club di Perez, desideroso di un ricambio generazionale, potrebbe essere l’approdo più probabile.
Magari non quello che offrirebbe a Gigio il contratto migliore, ma inarrivabile in termini di fascino e ambizioni. Resta assolutamente valida anche la pista Psg, dove Trapp e Areola non convincono. Lo United osserva e si tiene pronto. A proposito di Real e Psg: James Rodriguez e Lucas Moura sono profili che il Milan segue molto da vicino.

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