Fatti
Ministri: la squadra di Giuseppe Conte premier
Alessandro D'Amato 21/05/2018
Oggi Salvini e Di Maio comunicheranno la loro scelta al Quirinale. L’incarico oggi o domani. Parte il totoministri: tutti i nodi da sciogliere per il premier incaricato
Giuseppe Conte è il presidente del Consiglio del governo Lega-M5S che Luigi Di Maio e Matteo Salvini proporranno oggi pomeriggio al Quirinale. Adesso toccherà a lui lavorare sulla squadra dei ministri, risolvendo i molti problemi che nasceranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
Ministri: la squadra di Giuseppe Conte premier
Per alcune settimane è stato in pole position per il ruolo di semplificatore della Pubblica amministrazione, poi il tema sembra scomparso dal radar del contratto di governo, fra Lega e M5S. Ha anche ricoperto incarichi presso l’Agenzia spaziale e presso il Collegio degli arbitri finanziari. Marco Galluzzo sul Corriere della Sera riferisce un curioso aneddoto riguardante il suo curriculum:
Sui blog qualcuno lo prende in giro: hanno misurato i curriculum da lui pubblicati, evidentemente su diversi siti, e in alcuni casi non sempre le pagine sono le stesse. Per alcuni 12, per altri 24. Di sicuro ama le frasi ad effetto, «every accomplishment starts with the decisionto try», si leggeva sino a qualche giorno fa nel suo profilo di WhatsApp, citazione da Kennedy, ha scritto il Sole 24 Ore.
Si dice che se contattato risponde con un suggerimento: «Scrivetemi come se ogni messaggio costasse 10 euro, vi aiuterà a concentrare il pensiero», un modo educato per dire che può prendere in considerazione solo alcuni messaggi, non tutti.
Giuseppe Conte ha dichiarato di aver votato a sinistra prima di avvicinarsi al MoVimento 5 Stelle; è stato lui a occuparsi dell’istruttoria che ha destituito il consigliere di Stato Francesco Bellomo, accusato di vessazioni e rapporti impropri con le studentesse dei suoi corsi, dopo un lunghissimo interrogatorio la cui trascrizione occupa 200 pagine. Così come, a dispetto (edit: MEB e Manzione non si sono mai amate, come fanno notare nei commenti, quindi correggiamo) conferma di chi parlava di una sua amicizia con Maria Elena Boschi, è stato lui a bocciare la candidatura al Consiglio di Stato di Antonella Manzione, capo dei vigili urbani di Firenze e poi dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi con Renzi, per le «non elevate qualità professionali».
Lo scontro sui nomi
Il primo guaio di cui dovrà farsi carico Giuseppe Conte ha un nome e un cognome: Paolo Savona. L’economista già ministro con Ciampi è la scelta della Lega Nord per via XX Settembre, ma già ieri circolavano storie su presunti veti del Quirinale nei confronti del professore: in realtà Mattarella ha già fatto capire che della squadra parlerà soltanto con il presidente del Consiglio incaricato, ma non sembra orientato a fare la guerra sui nomi. Le scarse simpatie nei confronti di Savona sembrano invece provenire dal MoVimento, e la storia dell’intercettazione su Dell’Utri pare confermarlo: d’altro canto lo stesso Savona aveva criticato il programma grillino e un suo pilastro: il reddito di cittadinanza.
Non sarà l’unica grana a cui dovrà lavorare Conte dopo l’incarico “con riserva”, che arriverà probabilmente domani se non addirittura stasera. La Stampa ad esempio scrive oggi che in attesa di creare per legge il superministero che assommerà Sviluppo e Lavoro, sulla cui poltrona dovrebbe sedere Di Maio, al MISE dovrebbe essere dirottata la deputata M5S Laura Castelli, inizialmente indicata ai Trasporti. «Troppe simpatie per i No Tav», questa la valutazione che dovrebbe portare al suo posto il leghista Giuseppe Bonomi.
Totoministri delle mie brame
Ma il totoministri è anche questione di numeri. La squadra dovrebbe avere alla fine 18 poltrone, e di queste undici andranno alla Lega e sette al MoVimento 5 Stelle: è il contrappasso per la scelta del premier. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dovrebbe essere Giancarlo Giorgetti (comunque in corsa per l’Economia in caso di caduta di Savona), che erediterà da Luca Lotti la delega allo Sport mentre i servizi segreti dovrebbero andare a Vito Crimi. Giampiero Massolo dovrebbe andare agli Esteri ed Enzo Moavero Milanesi agli Affari Europei.
Federico Capurso sulla Stampa racconta che per la Difesa è tornato in gioco Guido Crosetto, che nei giorni scorsi aveva smentito ogni coinvolgimento: «La strategia, seppur complessa, prevede le dimissioni da parlamentare di Crosetto e, se non accettate, il deputato di Fdi migrerebbe nel gruppo Misto. Perché il muro dei Cinque stelle nei confronti di Giorgia Meloni è ancora alto e solo così Crosetto si aprirebbe la strada verso la Difesa».
Undici posti ai leghisti e sette al M5S
Sempre La Stampa vede, prevede, stravede che i fedelissimi di Di Maio sono in pole position per poltrone di peso, mentre sembra scarsa la componente femminile all’interno dell’esecutivo:
Vincenzo Spadafora alle Riforme, mentre Alfonso Bonafede alla Giustizia, nonostante venerdì sera la sua candidatura sia stata insidiata dal leghista Nicola Molteni, a cui invece andrebbe l’Agricoltura. Alla Lega andrà anche il nuovo ministro per la Disabilità e quello per gli Affari regionali, dove in pole c’è Gianmarco Centinaio. Mentre per Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega, ci sono i Beni culturali ed il turismo.
Sembrano poche, però, le donne in corsa. E se così resterà la squadra, il tema potrebbe suscitare accesi malumori. Oltre a Castelli, c’è la pentastellata Giulia Grillo alla Sanità, mentre per la Lega andrà Simona Bordonali all’Ambiente e una tra Giulia Bongiorno e Lucia Borgonzoni ai Rapporti con il Parlamento.
Per Repubblica invece Giulia Bongiorno dovrebbe occupare la casella Rapporti con il Parlamento e Pari opportunità, mentre il dicastero della Sanità, in quota M5S, andrebbe ad Armando Bertolazzi , scienziato e medico dell’ospedale romano di Sant’Andrea che in una performance tv durante la campagna elettorale aveva sbagliato la lista dei vaccini obbligatori.
Leggi sull’argomento: Paolo Savona ministro dell’Economia del governo Lega-M5S?