Economia
Così i Mini Jobs sostituiranno i voucher
neXtQuotidiano 18/03/2017
L’abrogazione dei voucher, decisa ieri dal Consiglio dei ministri, lascia un vuoto normativo da colmare quanto prima. Ecco come si vuole muovere Gentiloni
Il governo studia la possibilità di introdurre i Mini Jobs per sostituire i voucher. L’abrogazione dei voucher, decisa ieri dal Consiglio dei ministri, lascia un vuoto normativo da colmare quanto prima, con la bella stagione alle porte. Il Jobs Act d’altro canto ha fatto piazza pulita dei contratti flessibili, cancellati o depotenziati nel nome delle “tutele crescenti” e della stabilità. Il cocopro non esiste più. Il cococo è fortemente limitato. Il lavoro a chiamata viene usato solo per under 25 e over 55. Il tempo determinato risulta molto più costoso. Ecco perché l’esecutivo lavora a un nuovo strumento legislativo e il modello dovrebbero essere i mini jobs tedeschi, come racconta oggi Repubblica che spiega la situazione in Germania:
Di sicuro vive di incentivi pubblici: tasse al 2% e contributi al 3,7%. Quasi inesistenti. L’anno passato ne sono stati creati oltre 7 milioni dai 5 milioni e mezzo del 2003, un quarto dei contratti totali. Limitati a 50 ore mensili e 450 euro massimi di retribuzione, dovrebbero fare da ponte verso la professione, ma si riducono spesso a circoli viziosi. Tra chi non ne esce più, dequalificandosi. E chi li somma per tirare avanti.
D’altro canto il Sole 24 Ore oggi spiega che il contratto apparentemente più simile al voucher è il lavoro intermittente, il rapporto nel quale il datore di lavoro può richiedere la prestazione solo quando ne ha bisogno, entro specifici limiti di tempo (massimo 400 giornate nel triennio, a eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo): «Questo contratto, tuttavia, è utilizzabile in via generale solo per alcuni lavoratori (quelli con età inferiore a 24 anni oppure superiore a 55), nonché nei casi – rarissimi- in cui esiste un accordo sindacale che prevede soglie diverse, oppure nei numerosi settori individuati dal regio decreto 2657 del 1923, tra cui rientrano, per esempio, camerieri, personale di servizio e cucina in alberghi e ristoranti, custodi, portinai».