La storia della microspia vicino a casa di Mattarella a Palermo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-17

Il ripetitore era allacciato abusivamente alla rete elettrica ed era perfettamente funzionante, per questo sono scattati i controlli

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Un congegno che può ricevere un segnale e poi trasmetterlo a distanza è stato scoperto da un tecnico dell’Enel una ventina di giorni fa durante i lavori di manutenzione dell’edificio tra via Libertà e via Pipitone Federico, in centro città a Palermo. Della notizia parla oggi Salvo Palazzolo su Repubblica.

La storia della microspia vicino a casa di Mattarella a Palermo

Il ripetitore era allacciato abusivamente alla rete elettrica ed era perfettamente funzionante, per questo sono scattati i controlli:

È una storia davvero strana. Unica certezza, al momento, arriva dalla bonifica del condominio dove di tanto in tanto torna il presidente della Repubblica: gli esperti della Scientifica non hanno trovato alcuna microspia o telecamera abusiva nell’edificio. Ma il giallo ha fatto comunque scattare nuove verifiche attorno ai luoghi palermitani del Capo dello Stato.

Che tipo di segnale raccoglieva quel dispositivo? E a chi lo rilanciava? In questi ultimi giorni sono proseguiti diversi accertamenti tecnici. Sono stati fatti controlli anche in alcuni appartamenti attorno, senza esito. Un vero mistero. Si è vagliata pure l’ipotesi che il ripetitore fosse stato sistemato nell’ambito di un’indagine di qualche forza di polizia, per intercettare un indagato. Ma nessun giudice ha autorizzato l’installazione, ed è stata esclusa anche questa ipotesi.

Rimane quindi in piedi solo l’ipotesi dello spionaggio effettuato da professionisti. Non è la prima volta che il condominio dove ha sempre abitato la famiglia del presidente Mattarella è al centro di un caso. Nel settembre del 2016, vennero rubati sei applique dell’impianto di illuminazione della scala, un furto di pochi euro, ma anche in quella circostanza scattò l’allerta, con il potenziamento del servizio di sicurezza. All’epoca, si ipotizzò il gesto di un buontempone.

La chiave dell’indagine potrebbe essere lì, da qualche parte, in una stazione ricevente nascosta chissà dove. Ma sicuramente sarà stata già smantellata, perché il giorno del blitz della polizia il meccanismo è stato disattivato, la trasmissione è stata interrotta.

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