Michela Murgia difenderà Saviano nel processo per diffamazione per aver detto “bastarda” a Meloni

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-10

Lo scrittore di Gomorra era finito nei guai nel dicembre 2020 per aver definito, in diretta su Rai 3, la leader di FdI “bastarda”

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La scrittrice Michela Murgia ha fatto sapere tramite L’Espresso che il prossimo 15 novembre sarà a Roma per partecipare alla prima udienza del processo in cui è imputato Roberto Saviano per diffamazione ai danni di Giorgia Meloni. Lo scrittore di Gomorra era finito nei guai nel dicembre 2020 per aver definito, in diretta su Rai 3, la leader di FdI “bastarda”.

Murgia, all’interno della riflessione portata avanti sul settimanale di politica dal titolo “Perché la parola cultura dà tanto fastidio alla destra”, ha scritto: “Il 15 novembre c’è il rinvio a giudizio di Saviano, reo di aver detto una parola contraria a Meloni e Salvini sulla responsabilità dei morti nel Mediterraneo. Il primo gesto di Meloni da Presidente del Consiglio potrebbe dunque essere quello di portare alla sbarra un intellettuale di fama internazionale che le ha espresso dissenso. A quell’udienza ci sarò anche io. Voglio vederla in faccia questa destra che appena sente la parola cultura mette mano alla querela”.

L’intervento di Michela Murgia in difesa di Saviano fa infuriare la stampa di destra

L’episodio che costò a Saviano la querela di Giorgia Meloni risale al 2020, quando il giornalista e scrittore, chiamato a commentare le politiche migratorie e la volontà della destra di chiudere i porti per impedire i flussi, disse in riferimento alla morte di un bambino della Guinea avvenuta durante una traversata nel Mediterraneo: “Vi sarà tornato alla mente tutto il ciarpame detto sulle ong: ‘taxi del mare’, ‘crociere’… viene solo da dire bastardi. A Meloni, a Salvini, bastardi, come avete potuto? Come è stato possibile, tutto questo dolore descriverlo così? È legittimo avere un’opinione politica ma non sull’emergenza”.

E oggi, la scelta di Michela Murgia di presenziare al processo di Saviano ha subito fatto insorgere la stampa di destra (vedi i canonici Libero, Secolo d’Italia e Il Giornale), che non ha perso tempo per sottolineare come, in quanto femminista, la giornalista avrebbe anzitutto dovuto difendere una donna definita “bastarda” da un uomo, non il contrario.

Ma, d’altronde, il rapporto tra Saviano e Meloni è da sempre molto problematico. Basti pensare che, appena dopo la vittoria alle scorse elezioni di FdI, lo scrittore aveva affermato sui social: “Leggo il mio nome in tendenza su Twitter perché gli elettori di Meloni mi invitano a lasciare il Paese. Questi sono avvertimenti e questa è l’Italia che ci aspetta. Hanno stilato una prima lista nera di nemici della patria, alla faccia di chi diceva che il fascismo è un’altra cosa”.

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