La Madonna di Medjugorie che vuole due milioni di euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-11

Antonietta Frau, 62 anni di Cagliari, «leader carismatica» dell’associazione Opus Mariae, si è fatta donare soldi da una signora di Torino: condannata

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Il Tribunale di Milano ha condannato a 4 anni di carcere Antonietta Frau, 62 anni di Cagliari, «leader carismatica» dell’associazione Opus Mariae, per «circonvenzione di incapace». La donna tra il 2009 e il 2013 si è fatta donare 2 milioni di euro da una signora di Torino approfittando della sua fede e convincendola che a chiederli fosse la Madonna. Si era autoproclamata nunzia delle volontà della Madonna per tramite della veggente Vicka di Medjugorje. La benestante signora torinese le ha creduto:

Al punto che per tre anni, dal 2013 al 2016, si è addirittura allontanata da casa, interrompendo ogni rapporto con i familiari e rendendosi irrintracciabile al marito e ai figli, per entrare in quella che ora le motivazioni della sentenza di condanna della sua approfittatrice definiscono «una sorta di “latitanza” che andava creando un’enorme sofferenza interiore» lenìta solo con la preghiera, fonte infine di sprazzi di consapevolezza: «Signore, ma se tu 40 anni fa mi hai chiamato a fare una famiglia, com’è possibile allora che tu adesso mi chieda una cosa del genere»?

E infatti a chiederle di rompere i ponti con il marito che aveva sporto denuncia nel marzo 2013 («Diglielo che non ti deve chiamare più, basta! Ti raccomando di rispondere per le rime a questo personaggio che è tuo marito»), non era la Madonna, ma più prosaicamente «Adriana»: nome con il quale Antonietta Frau, 62enne cagliaritana, era «riconosciuta indiscussa leader carismatica dell’associazione religiosa “Opus Mariae”».

La vittima così aveva abbandonato la sua famiglia per seguire la Nunzia:

Nelle motivazioni, depositate adesso, la giudice della nona sezione penale del Tribunale di Milano, Gloria Gambitta, spiega di commisurare i 4 anni di condanna per «circonvenzione di incapace» (in linea con la richiesta del pm Luisa Baima Bollone) alla «subdola condotta» con la quale l’imputata «ha avuto buon gioco a sfruttare l’influenzabilità» della vittima «e a ottenere ingenti elargizioni di denaro.

Non solo persuadendola che si trattasse di richieste provenienti direttamente dalla Madonna per la realizzazione di un progetto di fede, ma altresì instillandole il convincimento che la Madonna, a fronte di dubbi sull’eccessiva entità delle somme o di ritardi nei versamenti, l’avesse rimproverata di scarsa fede, ben sapendo che tale rimprovero ne avrebbe vinto ogni residua remora».

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