Il medico di Emergency in quarantena per Ebola ad Aosta

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-31

Cecilia Strada protesta. Lui è tornato ieri dalla Sierra Leone, senza sintomi del virus

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È stata notificata alle 9 di oggi a Quart, comune vicino ad Aosta, l’ordinanza di ‘quarantena domiciliare’ di 21 giorni al medico valdostano rientrato ieri dalla Sierra Leone dopo aver lavorato per un mese in un ospedale di Emergency. La misura è prevista da una procedura di prevenzione contro la diffusione del virus Ebola definita dall’Azienda Usl della Valle d’Aosta. L’uomo, atterrato pomeriggio di ieri a Malpensa su un volo di linea, ha raggiunto nella notte la Valle d’Aosta in treno.
 
IL MEDICO DI EMERGENCY IN QUARANTENA PER EBOLA AD AOSTA
A lui, come all’infermiera nel Maine, la quarantena non è piaciuta. «Qui mi sembra che sia eccessivo» ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di dire la sua dopo il ritorno dalla Sierra Leone. Cosa si sarebbe aspettato? «Nei termini civili e normali, – ha aggiunto – come fanno tutti gli altri a cui viene indicato di fare un monitoraggio normale, tutto qui». La quarantena domiciliare disposta dall’ordinanza del sindaco di Quart Giovanni Barocco prevede che il medico viva in isolamento in uno dei due appartamenti della villa di famiglia. Il sanitario rientrato ieri dalla Sierra Leone è stato classificato dall’Azienda Usl della Valle d’Aosta come contatto a rischio intermedio. «Si tratta quindi – spiega una nota dell’azienda sanitaria – di persona sana e non contagiosa». Durante i 21 giorni di isolamento è previsto un continuo monitoraggio sanitario. «L’isolamento – spiega ancora l’Usl – ha l’obiettivo di cogliere eventuali sintomi di malattia ed evitare in tale caso contatti con altre persone». Il medico invece è ancora piuttosto arrabbiato: «Ci sono fiumi di persone che rientrano in Italia e solo a me è successo questo. Ma la missione per cui ero andato non era certamente richiamare giornalisti, quindi non rilascio interviste». Ieri Cecilia Strada aveva parlato del caso: «Parlare di allarme, di messa in quarantena, non serve a niente e a nessuno» ha detto la Presidente di Emergency «La verità è che questa persona sta bene, non ha alcun problema, ha seguito tutte le procedure e i protocolli del Ministero della Sanità italiano, che peraltro sono uguali a quelle dell’Oms e di tutti gli altri».

kaci hickox bici infermiera
La foto di Kaci Hickox in bicicletta: l’infermiera è sottoposta a quarantena per Ebola in Maine, ma dice che la decisione viola le sue libertà costituzionali ed è antiscientifica

LA QUARANTENA PER EBOLA
Gli argomenti del medico sembrano simili a quelli sollevati da Kaci Hickox, che ha parlato di decisione antiscientifica a proposito della quarantena per Ebola impostale dagli Stati del New Jersey e del Maine in America. In Italia ci sono già i soldati Usa messi in quarantena per Ebola in Veneto, che hanno scatenato le proteste del presidente di Regione Luca Zaia.

Il protocollo regionale del ministero della Salute su Ebola


Il tema della quarantena eccessiva per i casi sospetti di Ebola è stato sollevato oltreoceano da Kaci Hickox, l’infermiera messa in quarantena rigida (più rigida di quella proclamata dal governo federale) in New Jersey e in Maine dopo il suo ritorno dalla Sierra Leone. La quarantena per Ebola dura ventuno giorni e scade il 10 novembre. Per questo le autorità del Maine sono tornate a chiedere un “piccolo sforzo” all’infermiera. Ma lei ha spiegato che non avendo nessun sintomo non c’è alcun rischio che lei trasmetta l’infezione ad altri, e quindi la violazione dei suoi diritti civili non è basata su un criterio scientifico».
L'infografica su Ebola utilizzata da UNICEF (fonte: Facebook.com)
L’infografica su Ebola utilizzata da UNICEF (fonte: Facebook.com)

Secondo l’infermiera il rischio è che i volontari che partono per combattere Ebola rischino una stigmatizzazione inutile al loro ritorno, anche se per loro sono completamente assenti i sintomi del virus (si è contagiosi soltanto dal momento in cui compaiono) . La Hickox era stata costretta a rimanere tre giorni in una tenda in New Jersey al suo ritorno dalla Sierra Leone. Quando è uscita di casa qualche giorno fa per parlare con i giornalisti ha stretto la mano a un reporter britannico: «Anche se ti abbracciassi non ti trasmetterei l’Ebola», gli ha poi detto.

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