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Icardi, il bambino e l'ultrà: perché i tifosi dell'Inter contestano il capitano

neXtQuotidiano 16/10/2016

Il capitano dei nerazzurri contestato dai tifosi della Curva per un episodio raccontato nel suo libro. Nel quale un ultrà avrebbe preso la sua maglia a un bambino per ributtargliela. I tifosi ribattono: non è vero niente. E chiedono di ritirargli la fascia da capitano

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Oggi durante Inter-Bologna i tifosi dell’Inter hanno contestato Mauro Icardi con una serie di striscioni come quello che vedete in foto: «Usi un bambino per giustificarti e tirarci fango in faccia. Non sei uomo. Non sei capitano. Sei solo una vile merdaccia»; e ancora: “Icardi: il bastardo sei tu che scrive cazzate per vendere di più“. Il giocatore, fischiato e contestato della Curva Nord per gran parte del primo tempo, al 26′ ha sbagliato un rigore. Il resto dello stadio sia prima che dopo il calcio dal dischetto lo ha applaudito. Javier Zanetti, vicepresidente dell’Inter, prima della partita, ha addirittura parlato di provvedimenti da prendere nei confronti del giocatore: “Non ci voleva questa cosa alla vigilia di una partita così importante. Purtroppo i social vengono usati a volte in maniera negativa. Ognuno può scrivere quello che vuole, su internet e sui libri, ma non può danneggiare l’immagine di una grande società dell’Inter. Sicuramente ci saranno dei provvedimenti ma non so dirvi ancora quali saranno. Prenderemo una decisione dopo la partita di oggi. La fascia da capitano? Vedremo: faremo di tutto per far rispettare i tifosi, che sono per noi la cosa più importante”, ha aggiunto Zanetti.

Icardi merdaccia: lo striscione dei tifosi dell’Inter contro il loro capitano

Cosa è successo? È successo che, come ha raccontato Goal.com, nella sua autobiografia da poco uscita in libreria Icardi ha raccontato la sua versione del famoso episodio con il Sassuolo, quando la sua Inter perse 3 a 1 in trasferta (il goal porta la sua firma) e lui, insieme ad altri giocatori, è andato sotto la curva dei tifosi nerazzurri dopo la partita per prendersi le contestazioni. Nell’occasione, racconta Icardi nel libro, lui ha lanciato la maglia in curva e…

“I tifosi iniziano a urlare: ci chiamano sotto la curva. Trovo il coraggio di affrontarli, insieme a Guarìn. Mentre mi avvicino mi arrivano insulti e grida di ogni genere. Attaccato alla rete c’è un bambino che mi chiama: vuole la mia maglia. Per l’età che ha potrebbe essere mio figlio: mi tolgo la maglietta e i pantaloncini e glieli lancio, come regalo. È al settimo cielo e io sono contento di averlo visto felice”.
Ed è proprio lì che scoppia il caso: “Un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Credi di essere forte?”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo”.
La dirigenza, racconta sempre Icardi, lo convince a un secondo confronto, ma la situazione non si placa e anzi l’attaccante rincara la dose. “Nessuno prima di me aveva mai trovato il coraggio di affrontare in modo così diretto la tifoseria, anzi i capi storici della tifoseria. Nello spogliatoio vengo acclamato come idolo”.


Questa ricostruzione dell’episodio è inedita, nel senso che all’epoca si seppe soltanto della lite, senza alcuna menzione alla storia del bambino e della maglia strappata dal capo ultrà. Ed è apertamente contestata dai tifosi nerazzurri, i quali sostengono che l’episodio è completamente inventato: «Icardi è bugiardo quando racconta dell’episodio di Sassuolo. E ci piacerebbe non rivangare quella giornata dove i suoi compagni di squadra erano arrivati a prenderlo per il collo pretendendo da lui un atteggiamento meno arrogante nei confronti del popolo interista. Ma non perché la Curva è da temere, la Curva è semplicemente da rispettare. Nessuno deve avere paura di nessuno, basta avere la coscienza pulita, essere onesti, primariamente con se stessi. Parla di bambini, s’inventa un episodio mai avvenuto per mostrarsi superiore a noi; come se non fosse sotto gli occhi di tutti che siamo l’unica Curva che ai bambini fa fare addirittura le coreografie. Come se chi c’era si fosse dimenticato di come sono andate realmente le cose e di chi ha provocato chi».

Icardi, il bambino, il capo ultrà e gli assassini argentini

Dai video non si comprende assolutamente nulla riguardo l’accaduto. Si ricorda soltanto che i compagni hanno portato via Icardi furioso con i tifosi, circostanza che cozza con l’acclamazione da idolo che Maurito sostiene di aver ricevuto negli spogliatoi. Oggi prima della partita il giocatore ha parlato su Instagram tentando di placare gli animi, ma tenendo il punto sull’episodio del bambino:

Sono dispiaciuto. Dispiaciuto per questo polverone che si è creato, Ho semplicemente raccontato un episodio seguendo i miei ricordi. Oltretutto se uno avesse un minimo di sale in zucca non rischierebbe di offendere la propria curva, strategicamente se fossi stato in mala fede avrei usato parole accattivanti nei vostri confronti. Non l’ho fatto perché nessuno voleva offendere o mancare di rispetto a nessuno.

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Sorvolando sul fatto che Icardi scriva una autobiografia a 23 anni, oggi l’Inter ha perso la partita in casa con il Cagliari e Icardi ha sbagliato un calcio di rigore. E forse Icardi ha spezzato per sempre il legame con i tifosi della società che gli ha appena rinnovato il contratto fino al 2021.

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