Maurizia Quattrone: la funzionaria che inguaia la Raggi sul caso Marra

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-20

Ascoltata ieri davanti al giudice che si occupa dell’accusa di falso nella vicenda della nomina di Renato Marra a capo dell’ufficio turismo e del ruolo di suo fratello Raffaele, ha confermato l’impianto accusatorio del PM. Martedì si interroga la sindaca

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La funzionaria della sezione anticorruzione della squadra mobile capitolina Maurizia Quattrone è stata ascoltata ieri davanti al giudice che si occupa del caso di Virginia Raggi e dell’accusa di falso nella vicenda della nomina di Renato Marra a capo dell’ufficio turismo e del ruolo di suo fratello Raffaele.

Maurizia Quattrone: la funzionaria che inguaia la Raggi sul caso Marra

Il ruolo di Raffaele Marra, ex numero uno del personale del Campidoglio, nella nomina del fratello Renato a capo dell’Ufficio Turismo fu «attivo e sostanziale, non solo compilativo, non ha svolto un ruolo di mero passacarte», ha detto la Quattrone davanti ai giudici. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Francesco Dall’Olio, la dirigente di polizia ha ricostruito le varie fasi dell’interpello svolto tra l’ottobre e il novembre di due anni fa e che ha portato al varo della nuova macrostruttura del Campidoglio con le nomine di oltre 100 dirigenti. Tra questi, appunto, il fratello del capo delle Risorse Umane del Campidoglio nonché uomo di fiducia dell’avvocata grillina, che da comandante della polizia locale si trovò a dirigere l’Ufficio turismo con un aumento di stipendio da 20mila euro l’anno.

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Renato Marra con il commissario Tronca

«Marra non si limitò a svolgere un ruolo di pura compilazione degli incarichi, ma fu attivo nell’intera procedura di interpello per la nomina dei dirigenti comunali nell’autunno del2016», ha detto Maurizia Quattrone. «Marra è stato un punto di riferimento. Presidenti di municipio, assessori e persone che facevano parte degli uffici di diretta collaborazione della sindaca si sono rapportati con lui per fornirgli nominativi di persone di loro gradimento e incarichi che gli venissero assegnati». Inutile dire che la testimonianza contraddice integralmente quanto sostenuto dai difensori della sindaca e quanto detto proprio dalla prima cittadina in un documento ufficiale di risposta alla responsabile dell’anticorruzione del Campidoglio, Maria Rosaria Turchi, che fu lei ad occuparsi in prima persona delle nomine e che il capo del personale si limitò ad una «mera e pedissequa esecuzione delle sue determinazioni, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie e decisionali».

La sentenza di Virginia Raggi

Il processo è agli sgoccioli e Raffaele Marra potrebbe anche essere sentito come ultimo teste due giorni dopo Virginia Raggi, che sarà ascoltata martedì in Aula in quello che sembrava essere l’atto finale di un processo pronto ad andare a sentenza, forse direttamente a novembre. Una sentenza che potrebbe chiudere, in caso di colpevolezza, la carriera politica di Raggi con il MoVimento 5 Stelle, anche se alcune voci dal sen fuggite in Campidoglio raccontano della possibilità di andare avanti senza simbolo, come fece Pizzarotti a Parma.

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I protagonisti delle inchieste su Virginia Raggi

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