L’agricoltore con le bandiere naziste e le armi in casa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-15

Mattia Nicola Cazzanelli, agricoltore di 42 anni, aveva armi e munizioni ovunque, dentro i cassetti e in ogni stanza, dalla cantina al garage, dalla camera da letto alle due cassaforti, per non parlare delle due uniformi dell’esercito nazista che aveva esposto in bella mostra nel sotterraneo

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Non ci crederete, ma anche lui è in realtà solo un collezionista che non ha alcuna ideologia. Mattia Nicola Cazzanelli, agricoltore di 42 anni, aveva armi e munizioni ovunque, dentro i cassetti e in ogni stanza, dalla cantina al garage, dalla camera da letto alle due cassaforti, per non parlare delle due uniformi dell’esercito nazista che aveva esposto in bella mostra nel sotterraneo e degli «innumerevoli oggetti, immagini ed equipaggiamenti militari».

L’agricoltore con le bandiere naziste e le armi in casa

Ma che non si pensi che Cazzanelli sia un nostalgico nazista. No, no. Come sempre in questi casi, Cazzanelli, celibe e residente con la madre a Lavagno,  si è scusato dicendosi «dispiaciuto» per l’accaduto. «Ho commesso una leggerezza», ha detto in aula dopo essere finito a processo con rito direttissimo di fronte al giudice Carola Musi e davanti al pm d’udienza Giorgia Bonini per violazione dell’articolo 697 del Codice Penale: secondo la tesi sostenuta dall’imputato, avrebbe «fatto un errore» non dichiarando nella loro interezza le armi che aveva a casa, ma da parte sua non sussisterebbe «alcun fine ideologico o intento politico». Il suo sarebbe «unicamente collezionismo fine a se stesso». L’indagine la racconta oggi il Corriere di Verona:

Dai primi accertamenti, si scopre che risulta titolare di un porto d ’armi per uso sportivo del tiro a volo dal 2016 e che ha «regolarmente denunciato 38 armi tra quelle per uso caccia, uso sportivo, armi bianche e armi comuni nonché 500 grammi di polvere da sparo e 365 munizioni a palla a colpo singolo sia per pistola che per fucile».

bandiera terzo reich

Ma se tutto ciò era autorizzato a possederlo, lo stesso non si può dire – stando all’accusa che si  ètradotta nel suo arresto in flagranza d’intesa con il pm di turno Paolo Sachar – per il restante«armamentario» custodito dentro casa: dal revolver artigianale calibro 320 (che teneva nel primo cassetto del comodino in camera da letto unitamente a 6 proiettili dello stesso calibro) alla pistola lanciarazzi con relativi razzi, da alcune decine di detonatori a miccia avarie matasse di miccia,da una decina di caricatori per pistola a una quarantina di armi bianche (pugnali,coltelli, spade e baionette), oltre a centinaia di cartucce per pistole di vari calibri e a una dozzina di chilogrammi di polvere da sparo.

La parte divertente è come tutto ciò è stato scoperto: a tradirlo sono stati i «vessilli del Terzo Reich e del reparto delle SS dell’epoca nazista» che sventolavano come se nulla fosse nel giardino posto sul retro della sua abitazione.

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