Perché Salvini è indagato con il capo di gabinetto Piantedosi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-26

Gli atti al Tribunale dei Ministri. Il ruolo di Matteo Piantedosi. a svolta dell’inchiesta dopo gli interrogatori di Pantalone e Corda. Ora 15 giorni per trasmettere gli atti a Palermo

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Matteo Salvini e il suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi sono indagati dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale. Secondo i magistrati, avrebbero privato illegalmente della libertà personale i profughi soccorsi dalla nave Diciotti: per giorni, è stato vietato scendere dall’imbarcazione ormeggiata nel porto di Catania.

Perché Salvini è indagato con il capo di gabinetto Piantedosi

La svolta nell’inchiesta arriva al termine di una giornata convulsa in cui il capo dei pm della città dei Templi Luigi Patronaggio è volato a Roma per sentire due alti funzionari del Viminale, Gerarda Pantalone e il suo vice, Bruno Corda, presi a verbale al palazzo di Giustizia come persone informate sui fatti. La procedura prevede che gli atti vengano trasmessi al procuratore della Repubblica di Palermo che, entro 15 giorni, li dovrà poi girare ala sezione del distretto di Palermo del Tribunale dei ministri, organismo composto da tre magistrati scelti per sorteggio ogni due anni e attualmente in carica. Il Tribunale dei ministri – spiega – dovrà eseguire una istruttoria alla fine della quale può archiviare ovvero trasmettere nuovamente le carte al procuratore della Repubblica che dovrà inoltrare l’autorizzazione a procedere alla Camera di competenza.

salvini diciotti
Le nazionalità dei naufraghi dichiarate al momento dello sbarco e quelle della Diciotti (Corriere della Sera, 24 agosto 2018)

Sarebbe stato proprio il suo capo di gabinetto, Piantedosi, a trovare l’escamotage per tenere sotto sequestro i migranti, secondo l’ipotesi della procura. L’attracco a Catania, autorizzato dal ministro alle Infrastrutture, è stato formalmente inquadrato come «scalo tecnico», che non prevedeva lo sbarco. Spiega oggi il Messaggero che al centro dell’inchiesta c’è il protocollo operativo del 2015 elaborato dal Comando generale delle Capitanerie di porto, in cui viene indicato il ruolo del Viminale nella comunicazione del Place of Safety. Un protocollo che, per l’accusa, sarebbe stato forzato. Il fatto che la normativa internazionale non indichi un termine entro cui comunicare il porto sicuro, ma preveda solo che l’indicazione venga data con rapidità, sarebbe stato sfruttato per consentire la situazione di stallo.

L’indagine su Salvini e Piantedosi

Spiega oggi il Corriere della Sera che la svolta dell’inchiesta è arrivata dopo gli interrogatori di Pantalone e Corda.  Dall’interrogatorio è emerso che i due funzionari — in particolare Corda visto che il suo superiore era in ferie — avrebbero ricevuto disposizioni dal capo di gabinetto del Viminale in contatto diretto con il ministro. Ma davanti ai pm siciliani in trasferta nella Capitale Pantalone e Corda avrebbero anche confermato che Catania non è stato il «porto sicuro» della Diciotti. È stato solo un approdo tecnico, almeno fino a ieri sera. Insomma la nave della Guardia costiera non era tecnicamente ancora arrivata a destinazione. Per questo motivo i migranti a bordo non sono stati fatti sbarcare, ma è stata assicurata assistenza e solo accoglienza a situazioni particolari.

luigi di maio salvini indagato

I magistrati, che hanno ascoltato anche funzionari del ministero dei Trasporti e personale militare della Guardia Costiera per ricostruire quanto accaduto negli ultimi dieci giorni, hanno chiesto a Pantalone e Corda chi ha vietato lo sbarco e se loro stessi sono stati coscienti che in quel modo si sarebbero potuti configurare dei reati. I prefetti avrebbero risposto di essersi attenuti alle disposizioni dei superiori e di aver agito secondo i regolamenti, anche se per giorni il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ripetuto pubblicamente che era suo l’ordine di non far scendere i migranti in attesa di un impegno dell’Europa sulla loro redistribuzione.

#nessunotocchisalvini

Il capo della Lega ha immediatamente caricato a testa bassa. Ha attaccato i giudici. Ha parlato di «vergogna». Ha suggerito al procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio di «candidarsi nel Pd se vuole fare politica». Toni che non sono piaciuti ai 5Stelle. La prova: nei piani alti del MoVimento si suggerisce di «mantenere la calma», di «stare tranquilli». E si annuncia un intervento per oggi del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

luigi padronaggio matteo salvini 1

 

Il Guardasigilli, per capire quale sarà la linea che terrà il MoVimento, era intervenuto nelle ultime ore per tirare le orecchie a Giuseppe Bellachioma: il deputato leghista che aveva minacciato di andare «a prendere a casa» qualsiasi pm avesse osato indagare Salvini. Bonafede aveva fatto trapelate il suo «malumore». Spiegando che «nessun parlamentare può minacciare i giudici». E Bellachioma, venerdì, è corso a scusarsi pubblicamente con i magistrati di Agrigento.

Foto di copertina: dall’account Twitter di Matteo Salvini

Leggi sull’argomento: La trasformazione da Rambo a micetto del deputato leghista che minacciava i magistrati

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