Matteo Salvini e i tagli alla polizia del governo (Berlusconi)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-06

La Lega Nord ha deciso di cantargliele al governo Renzi per i tagli alla sicurezza. Cosa faceva il governo Berlusconi? E cosa diceva il Carroccio quando Berlusconi tagliava?

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In preparazione della grande kermesse di Matteo Salvini che andrà in scena a Bologna l’8 novembre in piazza Maggiore la Lega Nord ha deciso di cantargliele forte e chiaro al governo Renzi e alla politica irresponsabile dei tagli alla sicurezza che alle forze dell’ordine «ha tolto tutto, dalle divise alle auto, dalla formazione professionale alla possibilità di uno sviluppo di carriera».
matteo salvini 8 novembre

Matteo Salvini e i tagli alla polizia del governo (Berlusconi)

Fa poi sapere il bannerino che 3 euro netti di adeguamento contrattuale riconosciuto dal governo «sono un’offesa, chiederemo le risorse sufficienti a garantire un’esistenza dignitosa per noi e le nostre famiglie». E a questo punto una domanda sorge spontanea: dov’era Matteo Salvini quando i tagli li faceva il governo Berlusconi? Nell’ottobre 2011 i sindacati segnalavano un taglio di tre miliardi per le forze di sicurezza da parte del governo Berlusconi appoggiato dalla Lega Nord (l’esecutivo cadrà un mese dopo) nella Legge di Stabilità.
matteo salvini polizia 1

A Napoli si sono dati appuntamento davanti alla questura con una tanica di benzina vuota e la richiesta simbolica di un sostegno dei cittadini per comprare la benzina. Il carburante non c’è più. ” Le volanti – racconta Sergio Scalzo del Consap – per rifornirsi devono recarsi nella caserma Ranieri dove c’è ancora carburante disponibile. Colleghi sono costretti a fare anche 70 km solo per fare benzina, tempo che si sottrae alle richieste dei cittadini e alla domanda legittima di sicurezza”. Mancano i soldi anche per le missioni, per la manutenzione e la pulizia delle vetture.
La situazione logistica è preoccupante. ” Al commissariato di Pianura abbiamo chiesto un’ispezione – racconta Luigi Matera dell’Ugl Napoli – vista la presenza di topi”. Anche il settore dell’ordine pubblico risente dei tagli: ” La nostra sicurezza – racconta un poliziotto – arriva dopo quella dei cittadini. Lavoriamo, spesso, con giubbotti antiproiettile scaduti, con manganelli rotti e senza caschi, quelli ci sono sono obsoleti e sporchi. La camorra studia e si aggiorna e a noi manca tutto”.

Nel 2009 a lamentarsi con tanto di fischi a Brunetta («Noi difendiamo la tua sicurezza e tu ci chiami panzoni») erano poliziotti, agenti della polizia penitenziaria e del corpo forestale dello Stato. E la drammatica protesta ce la racconta Il Giornale:
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I tagli, i mezzi che non ci sono, gli organici che diminuiscono, il “bluff” delle ronde. Sono tutte le scelte “la cui responsabilità deve ricadere solo su questo governo che non ha mantenuto una delle promesse fatte agli operatori del comparto e soprattutto ai cittadini” in campagna elettorale sui temi della sicurezza. Così il segretario del Siulp, Felice Romano, a nome di tutti i sindacati delle forze di polizia, si è rivolto al premier Silvio Berlusconi. Secondo i sindacati l’offerta del governo “si riduce a 40 euro lordi di aumento e a 13 centesimi al giorno per la nostra specificità”. “Un’offesa”, dicono, che si aggiunge a quella del ministro Brunetta “che ci ha definito panzoni: ma noi poliziotti panzoni – dice Romano – siamo gli stessi che garantiscono la sicurezza dei ministri e dei cittadini”.

Nel 2010 la protesta arrivò fino ad Arcore:
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«Chiediamo al governo di fermare la rottamazione della Polizia di Stato», dice Giuseppe Calderone segretario regionale lombardo del sindacato autonomo di polizia Sap. «In 3 anni sono stati tagliati 2,5 miliardi – accusa Santino Barbagiovanni segretario regionale del Silp Cgil – Il governo sta smantellando l’apparato della sicurezza, un fatto grave non solo per la categoria ma per i cittadini perchè viene meno il controllo del territorio».
I sindacati accusano il governo di fare solo propaganda sulla sicurezza: «Prima in campagna elettorale poi in questi due anni e mezzo hanno prodotto solo slogan cui non seguono fatti ma solo tagli di spesa» dice Agostino Mornati segretario nazionale Ugl Polizia di Stato. Secondo i sindacati in Lombardia alla Polizia di Stato mancano circa 5000 agenti: la Stradale è sotto organico del 45% la Polfer del 57% e la Polizia postale che deve combattere i nuovi crimini informatici, addirittura dell’ 80%. Per il blocco del turn-over c’è una nuova assunzione ogni 15 agenti che lasciano i ruoli.

La propaganda sulla sicurezza

Insomma, la lamentela per i tagli alle forze dell’ordine è sempre periodica da parte dei sindacati di polizia. La differenza è che però la Lega oggi è all’opposizione, e quindi segue quella che da sempre è stata la sua strategia: puntare il dito su tutto e promettere la luna. Poi, quando si va al governo, la propaganda elettorale fa posto alla strategia politica. A destra come a sinistra, visto il riepilogo del luglio 2014 dei risparmi sulla sicurezza del governo Renzi:

tagli polizia governo
I “risparmi” del 2014 (infografica del Corriere della Sera, governo Renzi)

Riguardo la legge di stabilità 2016 invece è utile ricordare quanto ha detto ieri Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del PD, rispondendo al grillino: “Luigi Di Maio, tra l’altro vicepresidente della Camera con superficialità parla di 379 milioni di tagli. Errore da matita blu: non si capisce se ci prova o se non conosce le leggi che dovrebbe frequentare. E’ stata infatti rivista la formulazione del bilancio del comparto per cui lo stanziamento iniziale di bilancio del dipartimento della Pubblica Sicurezza al 1° gennaio 2015 e l’importo complessivo, come previsto dalla legge di bilancio, per il 2016, presenta, ad una lettura superficiale, una differenza in negativo di 379 milioni di euro”. “Peccato però – spiega Fiano – che tale cifra, in applicazione del disposto normativo in materia di Cedolino Unico, venga compensata con il contemporaneo trasferimento ai bilanci delle altre amministrazioni (Difesa per i CC, Economia per la Gdf, Giustizia per la Polizia Penitenziaria) di risorse per circa 450 milioni di euro. Fondi che serviranno per il pagamento del lavoro straordinario e di altre indennità. Tradotto, per il vicepresidente Luigi Di Maio, ciò significa che non solo non ci sono tagli alla sicurezza ma 71 milioni di euro in più. Le bugie si sa hanno le gambe corte”, conclude l’esponente dem.

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