Matteo Salvini e la brutta fine che hanno fatto i dipendenti della Lega

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-28

In un articolo del Fatto Quotidiano si racconta di come il segretario, che a parole vuole combattere la disoccupazione, nei fatti la crea

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In un interessantissimo articolo a firma di Davide Vecchi il Fatto Quotidiano oggi riepiloga sadicamente tutte le spese della Lega Nord dell’era Maroni e dell’era Salvini, spiegandoci che i due hanno speso la bellezza di 5,9 milioni di euro negli ultimi tempi, con la chicca degli ulteriori 50mila euro donati alla scuola bosina, quella della moglie di Bossi nel frattempo chiusa. Dall’articolo prendiamo un estratto per raccontare la brutta fine che hanno fatto i dipendenti della Legae quelli della Padania. La storia comincia con Roberto Maroni:

Che si prende cura comunque anche del quotidiano La Padania. Nonostante i 60 milioni di euro ricevuti dallo Stato come finanziamenti all’editoria, il giornale del partito naviga in cattive acque. Maroni sovvenziona con tre bonifici da 150mila euro la società che lo edita,inoltre fa sottoscrivere al suo partito ben 20.613 abbonamenti per un costo complessivo a carico delle casse di via Bellerio di 773.193,63 euro. Per essere esatti. Il foglio del Carroccio chiuderà i battenti comunque, finendo nelle macerie che si ritrova a gestire Salvini.

#maiconsalvini matteo salvini
E qui entra in scena Matteo. Il quale a parole dice di aver tanta voglia di combattere la disoccupazione. Nei fatti, la crea:
 

Basti pensare che il Matteo cresciuto a Bossi e acqua del Po oltre a chiudere il quotidiano, la tv e la sede, ha licenziato tutti i dipendenti: 71 persone che, da accordi sindacali proposti, sarebbero stati salvati con uno stanziamento di appena un milione di euro da parte del partito. Ma Salvini ha detto no, non ci sono soldi. I delegati Rsa, Francesco Bonora, Franco Quaglia e Roberto Marraccini, confermano.“La Lega ha negato quel milione di euro che avrebbe attivato i contratti di solidarietà per tutto il 2015, niente da fare: negati”.

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