Quando Matteo Salvini andava in moschea a Milano (a chiedere voti)

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-02-09

Sembra ieri, e invece era soltanto il 2001. All’epoca un giovanissimo Matteo Salvini si presentava in via Padova 144 in quella che chiamerebbe una moschea abusiva da abbattere con una ruspa, “in compagnia di Gueddouda Boubakeur (esponente di primissimo piano di molte delle associazioni nel mirino oggi e parlamentare in Algeria di un partito di …

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Sembra ieri, e invece era soltanto il 2001. All’epoca un giovanissimo Matteo Salvini si presentava in via Padova 144 in quella che chiamerebbe una moschea abusiva da abbattere con una ruspa, “in compagnia di Gueddouda Boubakeur (esponente di primissimo piano di molte delle associazioni nel mirino oggi e parlamentare in Algeria di un partito di ispirazione islamica) di Abdelwahab Ciccarello, dirigente di Islamic Relief e Abdullah Tchina imam di via Padova, della Moschea Mariam e fondatore del CAIM – Coordinamento Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza. Salvini – spiegava chiudendo il post con l’hashtag #coerenza – era in campagna elettorale e chiedeva voti”.

Erano bei tempi. E chissà se questo è lo stesso Matteo Salvini che ieri ha definito la religione musulmana “incompatibile coi nostri valori, i nostri diritti, le nostre libertà”. Ma non con i nostri voti, evidentemente.

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