Fact checking
Matteo Renzi e le magliette gialle per pulire Roma
Alessandro D'Amato 08/05/2017
L’ex premier promette che domenica prossima insieme ai volontari con la maglietta gialla pulirà Roma. La strategia anti-degrado servirà ad attaccare la Giunta Raggi. Ma difficilmente farà dimenticare il malgoverno del Partito Democratico nella Capitale
Una promessa è una promessa. E se Matteo Renzi promette che domenica prossima insieme ai volontari con la maglietta gialla pulirà Roma, ci si aspetta che lo faccia. Se non altro per non dare la cattiva impressione di rimangiarsi tutto quello che promette. Ma anche perché la mossa, in puro stile grillino, rischia di creare un cortocircuito con l’amministrazione della città. E i suoi referenti politici.
Matteo Renzi pulirà Roma
Per questo sarà divertente assistere allo spettacolo di un Partito Democratico in vena di blitz da Retake Roma. Scrive Il Messaggero che la svolta “romana” del segretario Pd, in realtà, è partita da Corviale un paio di settimane fa, quando da candidato alle primarie, è andato a palleggiare a due passi dal Serpentone con i ragazzi del Calcio sociale, penultima tappa della campagna elettorale per (ri)scalare il partito. Il debutto a Roma è per domenica prossima. Con tanto di ramazza per ripulire i parchi abbandonati all’incuria, ma anche con le sacche di bitume per colmare le buche delle strade groviera.
Le magliette gialle hanno esordito alla festa della Liberazione del 25 aprile scorso a Milano, garantendo la sicurezza del corteo e la possibilità di sfilare alla Brigata Ebraica. «L’obiettivo è dimostrare che il partito è una forza a disposizione della città, anche dal punto di vista civico», spiega ancora al Messaggero Luciano Nobili, renziano romano e tra i registi dell’operazione anti-degrado. Insomma, «non c’è solo la contestazione al M5S». Per quella, verrà programmata il 20 maggio un’iniziativa ad hoc, con Roberto Giachetti che a un anno dallo scontro elettorale con la Raggi illustrerà «cosa non è stato fatto in 12 mesi» di governo pentastellato a Roma.
La grillizzazione di Renzi
Insomma l’ex premier diventa grillino. E riprende l’esperienza di associazioni tipo Tappami, già oggi al lavoro per le buche nei municipi con la benedizione dei grillini. Anche se non sembra il frutto del riconoscimento di errori nella gestione del dossier Capitale, che finora è stata disastrosa da parte del Partito Democratico. Che ha deciso di defenestrare Ignazio Marino dopo lo scandalo degli scontrini dandogli dell’incapace. Lasciando poi la città in mano a un commissario governativo che non poteva né doveva risolvere i problemi. E poi facendo surclassare il proprio candidato dalla “nuova” Virginia Raggi, che al ballottaggio è stata eletta con percentuali bulgare contro Roberto Giachetti.
Il nervosismo infatti è palpabile. Pinuccia Montanari non ci sta e attacca a sua volta: “Se Renzi pensa di ripulire in un giorno i 20 anni di malagestione che loro e la destra hanno regalato alla città nessuno ci casca. Noi un piano rifiuti lo abbiamo”. E ancora: “Il Pd di Renzi ci ha lasciato ad esempio una città senza mezzi per gestire il verde, una situazione che noi stiamo recuperando con gare da 9 milioni di euro” e poi suggerisce al segretario dem: “In città ci sono aree di competenza non nostre ma della Regione, come gli argini del Tevere. Magari Renzi si attivi in quel senso…”.
Duri anche Roberto Fico e Carlo Martelli, capigruppo del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato: “Renzi Pensa che qualcuno abbocchi alle sue boutade propagandistiche? Mentre la Regione Lazio non ha ancora un piano rifiuti aggiornato e moderno, Roma Capitale ha già presentato un piano di azione da qui al 2021 che prevede riduzione , raccolta differenziata al 70%, impianti di compostaggio e riciclo”. Finirà tutto in uno spot? Nel caso, sarà difficile eguagliare quello per Roma Pulita.
Foto copertina: Matteo Renzi alla Tecnogym