L'intervista di Matteo Renzi su Roma, M5S e… Totti

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-05-28

«Di Maio zoppica sulla geografia e sulla grammatica, lo sappiamo. Ma in quanto a diritto è un’autentica rivelazione»

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Matteo Renzi rilascia oggi una lunga intervista a Barbara Jerkov del Messaggero in cui parla soprattutto di legge elettorale; le ultime due domande dell’intervista sono però dedicate a Roma:

Un’ultima domanda su Roma, segretario. Vedo che il Pd torna in piazza questo fine settimana con le sue magliette gialle. Sempre più aziende stanno abbandonandola Capitale per ricollocarsi al Nord. Secondo Di Maio, non è un problema di Roma ma di sistema-paese. Secondo lei?
«Secondo me è un problema di Roma. Enorme. Che non può essere addebitato al solo sindaco Raggi ma che è un problema territoriale. Se le aziende lasciano Roma per Milano è ovvio che non è un problema sistema Paese, ma un problema in primis del Campidoglio. Non importa infatti essere laureati in geografia per capire infatti, che Milano e Roma sono comunque entrambe in Italia: prima o poi, forse, se ne accorgerà anche Di Maio.
Il Pd fa bene a fare le magliette gialle ma dovrà rilanciare con forza un Progetto Capitale non solo per la campagna elettorale. Le Olimpiadi sarebbero state la svolta e mi sto ancora mangiando le mani; perché noi avremmo vinto le Olimpiadi, eravamo nettamente in testa sia su Parigi che su Los Angeles. Ma il Progetto Capitale serve a Roma, perché il rischio depauperamento e perdita di ruolo globale è fortissimo».

A proposito, Di Maio al Messaggero ha anche detto che se rinviata a giudizio il sindaco Raggi non dovrebbe dimettersi: condivide?
«Di Maio zoppica sulla geografia e sulla grammatica, lo sappiamo. Ma in quanto a diritto è un’autentica rivelazione. Cambia posizione sulla base del colore politico. Se indagano o arrestano un grillino, Di Maio è garantista. Se tocca agli altri giustizialista. Hanno cinque stelle e due morali. Per me che ho una sola linea Virginia Raggi deve governare fino alla fine della legislatura o fino a quando i suoi consiglieri non l’abbandoneranno o fino a sentenza passata in giudicato.
Per me non si deve dimettere: però deve governare. Lo faccia. Cominciando, come mamma, a dire che la posizione dei 5 Stelle sui vaccini deve essere più chiara e non quella votata in Campidoglio venti giorni fa. Mi fa aggiungere una sola parola? Io sono un tifoso fiorentino doc, gigliato dentro, viola ovunque. Ma oggi la giornata del campionato ha solo un nome e un cognome: Francesco Totti. Onore a questo campione, simbolo della nostra generazione. Il resto,oggi, non conta».

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