Matteo Piantedosi: perché il capo di gabinetto di Salvini è nei guai per Open Arms

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-04

Da parte dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e del suo capo di gabinetto al Viminale, Matteo Piantedosi, ci fu una “condotta omissiva” nella vicenda della nave Open Arms, la nave della ong Proactiva che nell’agosto 2019 rimase in mare per oltre due settimane con oltre cento naufraghi a bordo in attesa dell’indicazione di un porto sicuro

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I migranti che lo scorso agosto si trovavano a bordo della nave spagnola Open Arms, davanti alle coste di Lampedusa, in attesa di un ordine di sbarco da parte delle autorità italiane, versavano in una “situazione di grande disagio, fisico e psichico, di profonda prostrazione psicologica e di altissima tensione emozionale che avrebbe potuto provocare reazioni difficilmente controllabili, delle quali, peraltro, i diversi tentativi di raggiungere a nuoto l’isola costituivano solo un preludio”. E’ quanto scrivono, riporta l’AdnKronos, le tre giudici del Tribunale dei ministri di Palermo nella richiesta di autorizzazione a procedere per Matteo Salvini e per il capo di gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi, accusati di sequestro di persona e omissioni di atti di ufficio.

Matteo Piantedosi: perché il capo di gabinetto di Salvini è nei guai per Open Arms

“Il grado di esasperazione in cui versavano i migranti, già stremati dalle durissime prove fisiche e psichiche subite prima del soccorso operato dalla Open Arms e angosciati dal terrore di venire respinti e riportati in Libia, rende intuitivo come non tanto il prolungamento anche di un solo giorno di navigazione (con il conseguente protrarsi della situazione di grave disagio nella quale pure tali migranti avevano sino a quel momento viaggiato), quanto il fatto stesso di allontanarsi dalle coste italiane, ormai tanto vicine da poter essere raggiunte a nuoto, si sarebbe rivelato del tutto insostenibile ed incomprensibile”, dicono le giudici riportando anche l’esito delle consulenze.

matteo piantedosi

Il 14 agosto del 2019 l’ammiraglio Ispettore Nunzio Morello, del Comando generale delle Capitanerie di porto, dopo una interlocuzione con il Viminale, chiese al capo di gabinetto dell’allora ministro Matteo Salvini, Matteo Piantedosi, di fare sbarcare i 164 migranti a bordo della nave Open Arms a Lampedusa. E qui si delinea il ruolo di Piantedosi. La decisione fu poi presa dalla Procura di Agrigento che iscrisse l’ex ministro nel registro degli indagati. “Deve poi menzionarsi, per la sua notevole rilevanza, l’interlocuzione telefonica intercorsa il 14.8.2019 tra il Capo di Gabinetto, Prefetto Matteo Piantedosi e l’Ammiraglio Ispettore Nunzio Martello, Capo del I° Reparto ”Personale” del Comando Generale delle Capitanerie di Porto che, in assenza del C.A. Liardo, lo aveva sostituito quel giorno nelle funzioni di capo del III° Reparto e, in quella veste, aveva curato i rapporti con il Gabinetto del Ministro dell’Interno”.

Matteo Piantedosi: chi è l’ex capo di gabinetto di Salvini

“In particolare, premesso di aver autorizzato la notte del 14 agosto, in considerazione delle condizioni meteorologiche avverse, il ridosso a Lampedusa dell’imbarcazione Open Arms, essendo invece rimaste inesitate le richieste di POS reiteratamente avanzate dal comandante, l’Ammiraglio ha riferito di aver avuto nell’occasione contatti diretti con il Capo di Gabinetto del Ministro, al quale aveva comunicato ”che l’unico ridosso possibile, considerate le avverse condizioni meteo-marine, sarebbe stato Lampedusa”, aggiungendo come a suo avviso fosse ”necessario assegnare un POS alla nave, suggerendo Lampedusa””, scrivono le tre giudici della richiesta.

Da parte dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e del suo capo di gabinetto al Viminale, Matteo Piantedosi, ci fu una “condotta omissiva” nella vicenda della nave Open Arms, la nave della ong Proactiva che nell’agosto 2019 rimase in mare per oltre due settimane con oltre cento naufraghi a bordo in attesa dell’indicazione di un porto sicuro. La “condotta omissiva ascritta agli indagati”, secondo i magistrati, è “consistita nella mancata indicazione di un ‘POS’ (Place of safety, ovvero un ‘porto sicuro’, ndr) alla motonave Open Arms”. Una condotta che “e’ illegittima per la violazione delle convenzioni internazionali e dei principi che regolano il soccorso in mare, e, piu’ in generale, la tutela della vita umana, universalmente riconosciuti come ius cogens”.

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