Come il sindaco di Bologna Lepore ha preso le parole di Santori sulla cannabis

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-07-11

Mattia Santori ha ammesso di fare uso di cannabis e di coltivarla a casa: il sindaco di Bologna Matteo Lepore lo invita a rispettare la legge

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“Sono perché la legge sia rispettata anche quando la si vuole cambiare”: il sindaco di Bologna Matteo Lepore, del Pd, commenta l’uscita pubblica di Mattia Santori a margine degli Stati Generali sulla cannabis nella quale il consigliere comunale con delega al Turismo e alle Politiche giovanili aveva ammesso di fare uso della sostanza e di coltivarla a casa. “Non è legale – aveva detto il leader delle Sardine – al momento per colpa dell’articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti equipara l’auto coltivazione allo spaccio per cui io rischio sino a 6 anni di carcere: è assurdo”.

Come il sindaco di Bologna Lepore ha preso le parole di Santori sulla cannabis

“Mattia finora ha lavorato bene – dice Lepore – e spero che non voglia sprecare tutto”. Su un’eventuale sfiducia arriva la frenata: “È un consigliere comunale con delega, quindi sta esercitando il suo diritto di esprimere le sue opinioni. Stiamo facendo un percorso nella nostra città che coinvolge esperti sui temi delle sostanze e delle dipendenze. C’è poi una proposta di legge in discussione alla Camera che introduce elementi di novità rispetto alla coltivazione della cannabis in casa. Credo che dobbiamo attenerci a questo percorso, senza strappi”. Ma le sue dichiarazioni non sono passate inascoltate dai suoi avversari politici. Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia, lo ha attaccato duramente: “Siamo sconcertati dalla sfacciataggine con la quale ha candidamente ammesso di farsi le canne dall’età di 18 anni, di consumare abitualmente cannabis e addirittura di coltivare marijuana in casa. A questo punto non ci resta che avvisare Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza”. Cosa che poi il deputato ha effettivamente fatto, presentando un esposto. L’ex procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, contrario alla legalizzazione delle droghe leggere, ha fatto notare: “Se c’è attrezzatura idonea e lampade forse la coltivazione non è da considerarsi rudimentale e quindi penalmente irrilevante, e questo al di là dell’uso personale dichiarato. In ogni caso la valutazione spetta sempre al magistrato”.

Il leader delle Sardine: “Così più posti di lavoro e guadagni per lo Stato”

In un lungo post su Facebook, Santori ha motivato nel dettaglio la sua scelta: “L’offerta è a totale appannaggio del mercato nero. Controllo qualità? Inesistente. Incasso per lo Stato? Zero. Spese per lo Stato in controlli, processi, detenzione carceraria? Enormi”. In termini economici, per il consigliere, il suo comportamento ha avuto un impatto positivo per la comunità: “Spesa? 460 euro tra lampade, growbox, ventole, terra, fertilizzanti e semi. Controllo qualità? Quotidiano. Incasso per lo Stato? Il 22% di 460 euro. Incasso per il canapaio sotto casa? 460€ meno Iva e contributi previdenziali. Posti di lavoro potenziali? 60 mila su scala nazionale. Guadagno per la criminalità organizzata? Un ammanco di 600 euro”. “La cannabis ha effetti terapeutici, rilassanti e psicotropi – prosegue Santori – come tante altre sostanze legali. I consumatori di cannabis in Italia sono 6 milioni. Ma al momento chi come me tenta di scappare dal monopolio del mercato nero rischia fino a 6 anni di carcere, perché per l’art. 73 del testo unico sugli stupefacenti l’autocoltivazione domestica è paragonabile allo spaccio. Cioè non c’è differenza tra me e il boss bolognese Andrea Balboni che vive nelle case Acer e nelle intercettazioni dichiara beffardamente ‘dopo 20 anni di bella vita posso anche farmi qualche mese di carcere’. Questa è l’ipocrisia della nostra società. Questa è la furbizia di chi esalta il #kmzero e il #madeinitaly solo quando conviene in termini elettorali. Questa è l’ingiustizia che si cela dietro allo slogan ‘Droga Zero’ tanto caro alla Lega”.

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