Attualità
Come funzionano i rimborsi per i matrimoni cancellati per il Coronavirus
neXtQuotidiano 09/03/2020
È prevedibile che spesso gli sposi troveranno privatamente un accordo con il parroco, il fioraio, l’agenzia o il ristoratore per spostare semplicemente la cerimonia, confermando l’impegno finanziario già assunto. Ma nel caso decidessero di chiedere il rimborso delle spese sostenute il governo ha in mente nelle prossime ore di affrontare anche questo capitolo, prevedendo la restituzione della somma versata
Le messe con i fedeli sono sospese in tutta Italia fino al 3 aprile. E con esse anche i funerali e i matrimoni in Chiesa. Il Corriere della Sera spiega oggi che non ci sarà nessun problema per la tumulazione e la benedizione della salma, si faranno le preghiere al cimitero, badando sempre alle misure di distanziamento sociale: niente baci, abbracci e strette di mano. Anche i matrimoni però sono sospesi: perciò non resta che disdire le prenotazioni, dalla chiesa ai fiori al ristorante fino al viaggio di nozze. È prevedibile che spesso gli sposi troveranno privatamente un accordo con il parroco, il fioraio, l’agenzia o il ristoratore per spostare semplicemente la cerimonia, confermando l’impegno finanziario già assunto. Ma nel caso decidessero di chiedere il rimborso delle spese sostenute il governo ha in mente nelle prossime ore di affrontare anche questo capitolo, prevedendo la restituzione della somma versata.
Anche a Palermo sono sospese le cerimonie legate alle celebrazioni di matrimoni e per esequie. I matrimoni già fissati presso locali comunali si svolgeranno quindi unicamente in presenza degli sposi, dei testimoni e del personale comunale. Le tumulazioni si svolgeranno in forma strettamente privata. Sono sospese le attività pubbliche delle strutture sportive comunali. E a Napoli sospese tutte le cerimonie religiose compresa la celebrazione delle sante messe, dei matrimoni, dei battesimi, dei funerali e di ogni altra liturgia a carattere assembleare”. Restano aperte le chiese, “come detto nel decreto per consentire a chi lo voglia – aggiunge ancora l’arcivescovo – di raccogliersi in preghiera a titolo personale, con obbligo comunque di rispettare le disposizioni già dettate dal decreto presidenziale circa l’osservanza delle norme igieniche e la distanza tra le persone”.
Sono i prefetti a vigilare sull’attuazione del dpcm, avvalendosi anche di forze di polizia ed esercito: chi trasgredisce può essere punito con l’arresto – ma non in fragranza – fino a 3 mesi e fino a 206 euro di ammenda. Ma è sulla “auto responsabilità” che il governo, come spiegato dal premier Giuseppe Conte, intende far leva. Perciò in tutta Italia chiunque abbia sintomi da infezione respiratoria e febbre maggiore di 37,5 gradi centigradi, è “fortemente raccomandato” di restare a casa e contattare il proprio medico. Il divieto di muoversi è “assoluto” per chi sia stato messo in quarantena o sia positivo al virus. Limiti vengono confermati per l’accesso di parenti e visitatori agli ospedali. Nell’area “arancione” sospesi gli esami per la patente e tutti i concorsi, tranne quelli per medici e infermieri. Per il personale sanitario sono anche sospesi i congedi e i congressi. Nelle carceri i colloqui vengono limitati e viene posto in isolamento chi presenti sintomi di Coronavirus. Al dpcm il governo accompagna norme generali di comportamento che vanno dall’invito a lavare le mani a quello ad evitare abbracci. I comuni possono offrire attività ricreative individuali all’aperto: disinfettanti per le mani devono essere posti negli uffici pubblici e gli autobus vanno sanificati, la mascherina va usata solo se si sospetta di essere malati.