“Nella Beretta di Adriatici c’erano proiettili da guerra, illegali”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-09

Proseguono le indagini sull’assessore di Voghera che ha sparato e ucciso Youns El Boussettaoui lo scorso 21 luglio

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Sulle indagini nei confronti di Massimo Adriatici si sono spente le luci dei riflettori. Dallo scorso 21 luglio, notte dell’uccisione di Youns El Boussettaoui per mano dell’assessore leghista di Voghera. In attesa delle perizie – che saranno valutate dalla Procura -, i legali della famiglia dell’uomo ucciso hanno messo in evidenza alcune gravi evidenze emerse nel corso dei primi esami. Sia sul corpo, sia sulla pistola utilizzata dall’esponente del Carroccio.

Massimo Adriatici e la storia dei “proiettili da guerra” nella sua pistola

Il quotidiano La Repubblica riporta alcuni passaggi della memoria inviata dai legali della famiglia di Youns El Boussettaoui al gip Maria Cristina Lapi:

“Sebbene la perizia sia in divenire un gravissimo elemento oggettivo è già emerso dal mero esame dell’arma e delle munizioni: sia il proiettile estratto dalla salma, sia i sette proiettili contenuti nel caricatore della pistola in uso all’indagato sono munizioni di tipo espansivo, vietate dalla legge per la difesa personale”.

Di quali munizioni si tratta? All’interno della Beretta di Massimo Adriatici (e nel corpo della vittima) sarebbero stati ritrovati proiettili hollow point che, a differenza di quelli tradizionali, hanno un foro sulla punta dell’ogiva e provocano maggiori danni su un corpo. Per questo sono vietate, visto che

“le munizioni espansive al momento dell’impatto subiscono una vistosa alterazione strutturale, votata a una superiore cessione energetica e a un maggior effetto distruttivo sui tessuti, con una più alta probabilità di uccidere”.

Si tratta di munizioni considerate fuori legge, proprio per gli effetti che provocano. Quei proiettili, infatti, dilaniano la carne a causa della loro “espansività” quando entrano in contatto con un corpo. E dal 1992 sono stati vietati e una sentenza della Corte di Cassazione del 2008 li ha equiparati a munizioni da guerra. E ora, in attesa dell’esito finale delle perizie sull’arma e sul corpo di Youns El Boussettaoui, si apre un nuovo fronte nell’indagine nei confronti di Massimo Adriatici.

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