Voghera, il giorno dopo: “L’Assessore? Come uno sceriffo. È Far West, non politica” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-22

Alcune testimonianze raccolte da Il Fatto Quotidiano dalla cittadina in provincia di Pavia. Si parla dell’uomo ucciso e dell’atteggiamento di Massimo Adriatici

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La Lega è immediatamente corsa in soccorso del suo assessore di Voghera, andando a scavare nel passato della vittima. Ma i cittadini del piccolo Comune in provincia di Pavia non si sono fermati a questa narrazione e hanno dipinto anche un ritratto di Massimo Adriatici, l’ex poliziotto diventato Assessore alla Sicurezza e soprannominato “Sceriffo”. Oggi la Procura deciderà se confermare la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre proseguono le indagini con l’ipotesi di reato di “eccesso di legittima difesa”. In attesa di ciò, Il Fatto Quotidiano ha intervistato alcune persone che hanno avuto a che fare con la vittima e con il politico.

Massimo Adriatici, i cittadini lo descrivono come uno sceriffo

“Era una persona problematica, ma non è che era un aggressore. Piuttosto era uno che doveva andare in manicomio”, ha raccontato una persona che conosceva Youns El Boussetaoui, il 39enne di origini marocchine freddato con un colpo di pistola in piazza Meardi intorno alle 22.30 di martedì 20 luglio. E dello stesso parere è anche Giampiero Santamaria, coordinatore del partito “La Buona Destra” di Voghera:

“Era seguito dalla Caritas e dai servizi sociali. Non era certo un delinquente, non era pericoloso per la città. La criminalità vogherese esiste e lui non ne faceva parte”.

Poi c’è il capitolo Massimo Adriatici e il suo atteggiamento. L’assessore era chiamato “Sceriffo” per come si comportava. Prima quando era poliziotto e poi anche quando è diventato assessore. Un uomo racconta:

“Quando ci fumavamo le canne in giro, veniva giù anche con il ferro, quando era ancora poliziotto. È uno un po’ esaltato. Se sei un cittadino normale non puoi andare in giro con la pistola, perché sei un cittadino come tutti”.

Pistola sempre pronta e non solo. Il coordinatore de “La Buona Destra” ha riassunto alcuni passaggi della carriera in Giunta di Massimo Adriatici:

“Il primo atto che ha fatto Adriatici a ottobre, quando si è insediato il nuovo sindaco, ha dato il daspo a una persona in evidente fragilità sociale che chiedeva l’elemosina. Per questo lo abbiamo chiamato sceriffo, perché aveva degli atteggiamenti da sceriffo più che da assessore. L’assessore aveva l’arma ed è partito il colpo. Il colpo era in canna, quindi dal punto di vista politico la condanna c’è: è Far West, non politica”.

Ora sarà la giustizia a fare il suo corso.

(foto: da Facebook. Video da Il Fatto Quotidiano)

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