“Quel che è successo sulla Marmolada ha un colpevole”, l’accusa di Mario Tozzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-04

Il geologo e divulgatore scientifico sostiene che il crollo del ghiacciaio non può essere considerato un “fulmine a ciel sereno”

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Quel che è accaduto nel primo pomeriggio di domenica sulla Marmolada è solo una delle tante facce della medaglia della stato di salute del pianeta Terra. A dirlo è il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi che ha puntato il dito nei confronti dell’homo sapiens, reo di aver consumato, inquinato e preso a schiaffi l’ambiente pensando più al profitto che alla salvaguardia della natura. E il distaccamento di quel ghiacciaio – anzi, di quel che resta – è solamente l’esatta risposta della natura a questi stravolgimenti che vanno avanti da decenni.

Mario Tozzi commenta i crollo del ghiacciaio sulla Marmolada

Nella sua analisi pubblicata sul quotidiano La Stampa, Mario Tozzi spiega:

“La spaventosa valanga di neve, ghiaccio e roccia che si è staccata ieri alla Marmolada non è stata certo un fulmine a ciel sereno, talmente tante e tali sono state la frane e le slavine registrate negli ultimi anni, soprattutto i crolli in roccia, palmare testimonianza dell’arretramento esponenziale delle coltri glaciali in tutte le Alpi”.

Il geologo fa riferimento ad altri episodi (due a Belluno e altri sparsi per le Alpi) che, nel passato più o meno recente hanno provocato frane, scioglimenti di ghiacciai e morte. Tutti eventi provocati dall’uomo, con una reazione prevedibile (ma non nel tempo) da parte del pianeta:

“Il fatto è che il clima assomiglia a un orso in letargo infastidito dagli esperimenti dei Sapiens: sulle prime risponderà alle sollecitazioni infastidito, ma ancora pesantemente addormentato, e si girerà magari sull’altro lato continuando a dormire. Ma non possiamo sapere quando si sveglierà di soprassalto per reagire all’ennesima azione con una reazione apparentemente sorprendente, ma ampiamente prevedibile, visto che, comunque, prima o poi, dal letargo si esce”.

La metafora dell’orso in letargo è quella che più si avvicina al continuo atteggiamento dell’uomo che per anni non si è accorto (o lo ha fatto, facendo spallucce) di star calpestando l’equilibrio dell’ecosistema che lo ospita. E il caso della Marmolada, ma anche la siccità e l’emergenza idrica di quest’anno, sono la cartina di tornasole di questa reazione. Che non è un fulmine e ciel sereno.

(foto IPP/ Vincenzo Bruni)

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