Il momento del crollo del ghiacciaio sul Marmolada: “Una carneficina, ci sono corpi smembrati” | VIDEO

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-04

Il bilancio provvisorio parla di 6 morti accertati, 15 dispersi e numerosi feriti

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L’enorme seracco di ghiaccio che si è staccato da Punta Rocca, travolgendo tutto quel che ha incontrato sulla sua strada verso valle, a una velocità di 300 chilometri orari. Altre lastre di ghiaccio, neve, pietre e persone. La tragedia si è consumata domenica, intorno alle 13.45, sulle pendici della Marmolada, il complesso montuoso alpino che tra le province di Trento e Belluno. Immagini impressionanti e tragiche: il bilancio, ancora non ufficiale, parla di 6 morti accertate, una decina di feriti e 15 dispersi.

Marmolada, il momento del crollo del ghiacciaio Punta Rocca

Le immagini trasmesse dal TgR Trentino non sono le uniche. Alcune telecamere installate lungo i pendii che portano al ghiacciaio Punta Rocca hanno mostrato cosa è successo da altre angolazioni.

E ci sono anche video che immortalano il momento del crollo durante le riprese di passanti che si trovavano a valle quando il seracco di ghiaccio si è staccato travolgendo le vittime di questa immane tragedia, presenti sul luogo e suddivisi in quattro cordate che, al momento dell’incidente, si trovavano in punti diversi.

Immagini impressionanti, specchio di una tragedia che ha coinvolto oltre trenta persone. Perché subito dopo il distaccamento di quel seracco del ghiacciaio Punta Rossa, sono iniziate le operazioni di soccorso sulla Marmolada. Al momento, ma il bilancio è – purtroppo – ancora provvisorio, sono sei le vittime accertate e i feriti (numero ancora non ufficiale) sono una decina. Due di loro sarebbero ricoverati in gravissime condizioni. E c’è apprensione anche per altre 15 persone di cui si sono perse le tracce. Nel frattempo gli inquirenti provano a descrivere la situazione, utilizzando parole che non fanno ben sperare:

“Sarà molto difficile risalire alla loro identità, è stata una carneficina. I corpi martoriati dal ghiaccio e dai detriti sono irriconoscibili. Molti erano senza documenti e poi dovremo procedere con il riconoscimento da parte delle famiglie. Inoltre, non siamo ancora in grado di accertare il numero dei dispersi. La situazione è drammatica”.

Quella frana di ghiaccio e pietre ha travolto tutto ciò che ha trovato lungo il fianco della Marmolada. E mentre gli inquirenti hanno aperto un fascicolo per disastro colposo, si cerca di capire i motivi di questo distaccamento del seracco del ghiacciaio Punta Rocca. Uno dei primi soccorritori, Luigi Felicetti, ha raccontato a La Stampa cosa ha visto al suo arrivo sul posto:

“Quando ci hanno chiamato hanno detto che è venuta giù la Marmolada. Al nostro arrivo ci siamo trovati davanti ad uno scenario pazzesco, c’erano blocchi di ghiaccio e roccia enormi dappertutto, abbiamo cominciato a cercare e abbiamo trovato le prime vittime. Erano tutti con corde e ramponi, attrezzatissimi, sono stati davvero tanto sfortunati”.

Le cause del crollo

Le temperature in cima (a 3mila metri erano di oltre 10°, quindi nettamente al di sopra della media stagionale).

“Il cambiamento climatico, con temperature che negli ultimi giorni hanno raggiunto i 10 gradi a 3mila metri è un nemico oscuro contro cui combattere. In montagna stiamo purtroppo vedendo gli effetti più disastrosi”.

Queste le parole del Presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. Cambiamento climatico e temperature elevate che hanno provocato quel distaccamento che ha coinvolto diversi blocchi di ghiaccio, travolgendo quelle persone che stavano affrontando i pendii della Marmolada. E tutto ciò, viene confermato dalle parole di Maurizio Dellantonio, responsabile nazionale del soccorso alpino, al Corriere della Sera:

“Il ghiaccio si scioglie rapidamente e anche il permafrost, che mantiene stabili rocce e terreno, cede. Le ascese in quota presentano insidie nuove anche per i più esperti: mai come oggi in montagna si impone per tutti la massima prudenza”.

Colpa del cambiamento climatico, già evidente per la siccità diffusa (non solo in Italia) e per recenti eventi simili alla tragedia avvenuta ieri sulla Marmolada. Avvisaglie palesi, come sottolinea Mario Tozzi su La Stampa, con un richiamo al rispetto – mancato – nei confronti del pianeta Terra:

“Non saremmo mai immuni rispetto al clima. E hai voglia a tenerci lontani dai luoghi insicuri, magari pulire i greti dei fiumi e studiare inseminazioni artificiali delle nubi per far piovere, qui il problema è che riduciamo queste operazioni a un fatto puramente tecnico, mentre meriterebbero ben altra cura, comprensione e ragionamenti. Ci vorrebbe rispetto per la Terra e per i suoi viventi e minore prostrazione rispetto al demone del profitto, perché il giorno della fine del benessere, il portafoglio pieno non servirà a granché. E consapevolezza che essere invulnerabili non è prerogativa dei viventi su questo pianeta, Sapiens compresi”.

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