Draghi ha accettato l’incarico con riserva: “Fiducioso nell’unità del Parlamento”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-02-03

L’ex presidente della Banca Centrale europea dopo essere andato a Montecitorio e Palazzo Madama, è ora a Palazzo Chigi

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Mario Draghi ha accettato con riserva: “Dobbiamo dare una risposta all’altezza della situazione del Paese, bisogna vincere la pandemia. Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento”. Perché ora la palla passa alle Camere, a cui Mario Draghi dovrà chiedere la fiducia. Malgrado l’appello del Capo dello Stato Sergio Mattarella alla responsabilità di tutte le forze politiche, in molti si stanno già sfilando. Draghi nel suo primo discorso pubblico davanti ai corazzieri: “Ringrazio il Presidente della Repubblica per la fiducia che mi ha voluto accordare. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione, bisogna completare la campagna vaccinale. Abbiamo l’opportunità di fare molto per il nostro Paese, anche con le risorse che ci mette a disposizione l’Unione europea”. E ancora: “Con grande rispetto mi rivolgerò al Parlamento, espressione della volontà popolare. Sono fiducioso che dal dialogo coni partiti emerga unità”.

E la prima dalla da presidente incaricato è infatti Montecitorio, dove inizierà le consultazioni con i partiti, non tutti favorevoli a un governo Draghi. Primo fra tutti il Movimento che ha più rappresentanza parlamentare nelle due Camere, il cui capo politico ieri sera ha fatto sapere che non darà la fiducia a un eventuale governo tecnico. Lo stesso hanno detto anche altri esponenti del suo partito. A non esprimersi è stato il leader Luigi di Maio, che invece sarebbe favorevole ad accogliere quanto chiesto da Mattarella. Fenomeno che potrebbe dare il via a una scissione: il colpo di grazia al Movimento 5 Stelle.

Anche Fratelli d’Italia ha fatto sapere che non sosterrà il governo Draghi, senza se e senza ma. Si attendono risposte dalla Lega di Salvini, che sull’ex presidente della Banca Centrale europea non ha mai detto “no”, ma neanche “sì”, limitandosi a un: “Mi interessa il programma e chi c’è dietro”, chiudendo un po’ la porta. Che invece tiene aperta il numero 2 leghista Giancarlo Giorgetti. A dare l'”ok” a Mario Draghi sono stati invece Matteo Renzi con Italia Viva, Silvio Berlusconi con Forza Italia, Carlo Calenda con Azione ed Emma Bonino. Dal Partito democratico non c’è il via libera, ma neanche lo stop. Il segretario del pd Nicola Zingaretti: “Non resteremo insensibili all’appello del Capo dello Stato. Ma ricordo l’esperienza Monti. Una grande personalità è un punto di partenza importante ma non è una questione risolutiva se non si forma una maggioranza che sia in grado di accompagnare un processo politico, una cosa che verificheremo nelle prossime ore”.

Quello che è certo è che se i partiti non sono convinti di Mario Draghi presidente del Consiglio di un governo tecnico di “Alti profili” (Sergio Mattarella, ndr), lo stesso non si può dire dei mercati, a cui il professore piace. E piace molto. Il primo effetto positivo infatti del mandato esplorativo dato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Mario Draghi è arrivato da loro: lo spread è sceso ai circa 100 punti base e la borsa di Milano ha aperto in forte rialzo.

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