Mario Cattaneo: assolto l’oste di Casaletto Lodigiano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-24

Assolto in primo grado dal tribunale di Lodi dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Il pm, nella requisitoria di stamattina, aveva chiesto una condanna a tre anni di reclusione

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Mario Cattaneo, l’oste di Casaletto Lodigiano dal cui fucile, il 10 marzo 2017, partì una rosa di pallini che uccise Petre Ungureanu, che con complici si era introdotto nel suo locale per rubare, è stato assolto in primo grado dal tribunale di Lodi dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Il pm, nella requisitoria di stamattina, aveva chiesto una condanna a tre anni di reclusione. Cattaneo, dopo la pronuncia dell’assoluzione, è rimasto per diversi minuti seduto sulla sua sedia.

Mario Cattaneo: assolto l’oste di Casaletto Lodigiano

Dal fucile di Cattaneo la notte del 10 marzo 2017 partì un colpo che uccise Petre Ungureanu, un romeno di 32 anni che con tre complici stava rubando sigarette e denaro nella sua osteria. Tra il pubblico in aula oggi anche l’assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato. «Non volevo uccidere. Volevo semplicemente spaventarli, mandarli via, allontanarli. Ma uno di loro ha afferrato la canna del fucile cercando di strapparmelo. Poi è partito un colpo», disse l’oste all’epoca. Scriveva Alessandro Fulloni sul Corriere della Sera:

I malviventi avevano già infilato le sigarette — l’obiettivo del raid: i pacchetti erano stati consegnati la sera dal distributore — dentro una sacca abbandonata nel cortile della cascina ristrutturata. «Per proteggersi la fuga, hanno bloccato in qualche modo i chiavistelli dell’uscio — ha raccontato il cuoco — ammucchiando all’esterno seggiole e scaffali recuperati nel cortile per impedire che io potessi aprirlo». Cattaneo a questo punto ha aperto i catenacci strattonandoli e procurandosi i tagli alle mani medicati in ospedale.

Ma quando ha aperto la porta si è trovato davanti quell’improvvisata barriera di mobili accatastati l’uno sull’altro. «Così ho spostato un tavolo avvicinandolo allo stipite, vi sono salito e ho infilato la canna del fucile nell’abbaino. Però dall’altra parte qualcuno l’ha afferrata, ha cercato di strapparmi la doppietta. Ed è partito un colpo». La «rosa» ha raggiunto uno dei malviventi. «Stranieri dell’Est», secondo il sciur Mario. I pallini non avrebbero centrato alcun organo vitale provocando però un’emorragia che ha stroncato l’uomo — «sui trent’anni, muscoloso», così lo descrivono gli inquirenti — dopo una fuga nei campi adiacenti l’abitato.

osteria dei amis casaletto lodigiano

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